Veneto: si spalancano le porte degli ospedali pubblici al Movimento per la Vita

par Un altro genere di comunicazione
lunedì 26 agosto 2013

Il Movimento per la Vita conquista altri spazi all’interno degli ospedali pubblici. I ProLife firmano una convenzione con la Usl di Padova che permetterà ai volontari e alle volontarie “per la vita” di circolare per i corridoi dell’ospedale e metter su uno sportello di ascolto nel polo di Piove di Sacco. La convenzione ha una durata di 5 anni.

 I movimenti antiabortisti sono sempre più invasivi e presenti nelle strutture pubbliche, ospedali e consultori con banchetti raccolta firme, servizi quali l’obbligo di sepoltura dei prodotti abortivi, sportelli per aiutare, colpevolizzandole, le donne che hanno abortito, maratone di preghiere che, a scadenze regolari, si svolgono davanti agli ospedali pubblici.

In Veneto hanno spalancato il portone principale, hanno steso il tappeto rosso a queste associazioni fortemente violente nella loro retorica colpevolizzante nei confronti delle donne.

In un paese in cui l’obiezione di coscienza raggiunge percentuali altissime, che di fatto impediscono una effettiva applicazione della legge 194, in cui è difficilissimo ricorrere alla contraccezione d’emergenza (ce lo avete raccontato voi qui) in cui non si investe un soldo per fare una corretta educaizone sessuale, si permette ad associazioni, arroccate su posizioni ideologiche e fondamentaliste, di entrare in luoghi pubblici e laici, che dovrebbero garantire il diritto alla salute e alla libera scelta delle donne, per svolgere un’attività che è di contrato a una legge dello Stato, perché l’ultima volontà di queste persone è l’abrogazione della legge sull’interruzione di gravidanza.

“Salviamo tanti bambini”, dicono “Il Movimento fornisce supporto economico per 18 mesi, pannolini, latte, omogeneizzati e vestiario”, e poi basta, perchè perdendo lo status di embrioni i diritti anche vengono meno, dei diritti dei bambini e delle bambine, dei diritti delle donne, a queste persone non interessa niente.
Il risultato di tutto ciò è il ritorno all’aborto clandestino.

Allora vogliamo sapere: Chi è che ha firmato quella convenzione? Chi è che permette agli antiabortisti di invadere gli spazi pubblici? Chi è che legalizza la colpevolizzazione delle donne? Vogliamo saperlo perchè quelle stesse persone potrebbero venirci a parlare di violenza contro le donne, una di queste potrebbe anche venir nominata Consigliera contro la violenza di genere.

Ripropongo questo video su aborto e contraccezione d’emergenza, realizzato dal collettivo Vengo Prima, che opera proprio sul territorio in cui si sta verificando questo ennesino attacco ai diritti acquisiti, questa violenza legalizzata nei confronti delle donne.


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