Ve lo immaginate un discorso sullo stato dell’unione in Italia?

par luciano corso
giovedì 26 gennaio 2012

Curvi sotto il peso delle disgrazie nazionali, lo stato delle nostre finanze e la perdita di prestigio (se mai ce n’è stato) del nostro Paese, forse è meglio che alziamo un po’ la testa e guardiamo da qualche altra parte: negli USA, per esempio, prendendo spunto dall’importante discorso sullo Stato dell’Unione che ogni anno in gennaio il Presidente indirizza alla nazione in diretta TV. 

Il Presidente in carica è Obama, grande comunicatore (il video sotto lo conferma – una domanda: ma dove legge, chiaramente non è un discorso a braccio) ma povero di risultati sia in campo economico che in politica estera, dove dell’unico successo vantato - l’uscita dall’Iraq – temo bisognerà attendere un po’ per valutare gli entusiasmi.

Eppure il suo ingresso al Campidoglio è salutato da tutti i rappresentanti; non dimentichiamo che il suo partito arriva a stento alla maggioranza, se ci arriva, con ovazioni da stadio durate esattamente 6 minuti e 4 secondi prima che cominci a parlare, abbracci, grandi sorrisi, ammiccamenti, pacche sulle spalle, in un clima di orgoglio nazionale che a noi dovrebbe far sorgere spontanea la domanda: “Ma cos’hanno da festeggiare?”.

Niente hanno, festeggiano il fatto di essere un Paese serio, stretto intorno al proprio leader quale che sia, permeati di un senso dell’onore e di appartenenza per noi inconcepibile. Vedere per credere. Il discorso non dice niente di particolare, non fa annunci, non propone nuove rivoluzioni (tipo yes we can, lascia perdere) e proprio per questo è un momento di “politica” vera, nobile, orgogliosa, senza fini elettorali, fa immaginare la massaia del Wisconsin con gli occhi umidi. Ve lo immaginate da noi qualcosa del genere?

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