Vasco addio! E’ arrivata la depressione...

par paolodegregorio
giovedì 25 agosto 2011

Vasco Rossi, all’uscita dall’ospedale, pallido, pienotto, con lo sguardo un po’ smarrito, somigliante più ad un impiegato del Catasto che ad una rock-star, dichiara “sono nella depressione, vivo grazie ai medici e alle pillole”.

Prima riflessione: se fosse stato un normale cittadino di 60 anni non avrebbe avuto grande aiuto dai medici e, con certe pensioni, nemmeno le medicine.

E’ giusto riflettere anche sulle cause della depressione, che non è un virus che ti prendi per caso, ma una malattia della mente che ti prendi più facilmente in quella età in cui fisico e mente cominciano a decadere, e decadono più velocemente se hai esagerato in alcol e droghe, se sai che la tua carriera è finita e non sarai più punto di riferimento, né come individuo nei rapporti interpersonali, né come rocchettaro.

Sono sicuro che nella sua psicologia del profondo vi sia qualche rimorso per i suoi messaggi distruttivi, di darsi ad una vita esagerata, piena di guai e senza dormire, che ha influenzato generazioni di giovani, di cui molti hanno perso la vita, ubriachi e drogati, spiaccicati sull’asfalto delle strade del sabato sera.

Il grande poeta, il mito dei giovani, ha continuato a cercare di interpretare le vibrazioni del mondo giovanile in modo puramente commerciale, non essendo egli più giovane, ma parte di un meccanismo fabbrica-soldi che spacciava un prodotto ormai fasullo.

L’autenticità che nei primi anni di carriera aveva caratterizzato il suo personaggio e conquistato largo successo, da molto tempo non esisteva più, la molla erano ormai solo i soldi e il ruolo di personaggio. Ma un creativo vero di queste cose si rende conto, gli pesano sull’anima, e quando ci si mette anche l’età e la decadenza fisica, ecco la depressione in agguato, tanto più forte quanto più hai avuto applausi e notorietà.

Vedendo i comportamenti del mondo giovanile che si diverte solo se si procura sballi alcolici o di sostanze stupefacenti, e incomincia presto a bruciarsi il cervello e le visceri, una certa tracciabilità delle suggestioni musicali di Vasco Rossi si riconosce, e pesano nelle convinzioni di molti, la cui cultura si è formata attraverso i concerti, le discoteche, gli stadi di calcio, nel vuoto assoluto di punti di riferimento decenti.


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