Vasco Rossi e le unioni per raccomandata

par Francesco Scolamiero
sabato 7 luglio 2012

Forse memore di quello accaduto al compagno di Lucio Dalla, Vasco Rossi ha deciso di unirsi in matrimonio con la sua compagna storica.

Ma attenzione è un 'non matrimonio', un fatto 'tecnico', nulla a che vedere con noi comuni mortali che abbiamo celebrato in Chiesa o al Comune secondo il nostro credo.

Lui lo fa 'tecnicamente' solo per assicurare i diritti alla sua compagna, ma perché tutti gli altri milioni che si sono sposati in Comune perché lo hanno fatto? Per stringere la mano al Sindaco?

Due notizie, il matrimonio di Vasco e l’esclusione da qualunque diritto ereditario per il giovane compagno di Lucio Dalla, riportano alla ribalta il tema dei PACS, unione gay e più in generale dei diritti delle coppie di fatto.

Partendo da un approccio pratico, che è lo spirito guida del mio blog, elenco quelli che sono attualmente i due problemi principali:
 
1.  Persone di sesso diverso che non vogliono sposarsi civilmente ma che chiedono che la loro unione abbia delle garanzie riguardo ad esempio alle cure sanitarie per il proprio partner, e un certo livello di prestazioni sociali (pensioni, assistenza, ecc) e via discorrendo;

2. Persone dello stesso sesso, legate da un legame affettivo, che hanno gli stessi problemi del punto 1 che vorrebbero sposarsi risolvendo tutti i loro problemi ma non possono farlo perché non previsto dalla legge.

 
Come scritto in un precedente post credo che omosessuali si nasca e quindi c’è oggettivamente una limitazione ai loro diritti, è necessario quindi al più presto estendere anche a loro la possibilità del matrimonio civile.

La cosa che invece non capisco sono le necessità delle coppie di fatto etero e di conseguenza le dichiarazioni di Vasco Rossi, su Facebook:

 
“Volevo tranquillizzare, sdrammatizzare e placare un po’ tutto questo entusiasmo e questa importanza data a un atto puramente tecnico e necessario per dare a Laura gli stessi diritti dei miei tre figli. Che ho sempre considerato il matrimonio come una ben triste condizione di vita. Ma in questo Paese le leggi sono poco chiare, sempre confuse e interpretabili non si sa mai cosa può accade e comunque non sono regolamentate chiaramente le coppie di fatto perché al vaticano non sono simpatiche e anche ai nostri politici non piacciono tutte queste novità. Oggi le coppie di fatto domani le coppie di uomini e poi magari le coppie di pecore e pastori. Quindi non ci sarà una festa. Non ci saranno pranzi, liste di regali o felicitazioni ma una nuova sconfitta per le nostre convinzioni”.

 
Ripeto, un limite c’è per gli omosessuali, ma per gli etero no, c’è il matrimonio civile, dove, ricordo al Blasco, non è obbligatorio festeggiarlo, non è obbligatorio fare la lista di nozze, Ti sposi in 5 minuti senza invitati.

 
Il matrimonio civile è un ‘contratto’, in uno Stato di diritto è un accordo fra due soggetti che regola la loro unione.

 
Ora lui, come tanti, parla di regolamentare le coppie di fatto, significa che come tutti capisce la necessità di alcune regole di base, tipo come fissare il momento da cui inizia il legame?

 
Matrimonio civile no e allora che facciamo? Filmino del primo incontro sessuale postato su youtube (o su youporn a seconda della qualità)?, Foto della prima cena a lume di candela insieme? Scambio di Tweet?, Cambio dello status su Facebook?

 
E la fine del legame lo stesso? Twitter? Facebook? Dichiarazione su Youtube?

 
Oppure per chi non frequenta internet una bella UPR (Unione per raccomandata), raccomandata al Comune per dire che due persone si sono unite, raccomandata per dire che si sono separate, rigorosamente con ricevuta di ritorno.

 
A parte le battute il matrimonio civile è rapido, poco costoso e da tutte le garanzie, quello che si deve fare è allargarlo alle coppie gay e rivedere le procedure di scioglimento, sia attraverso gli accordi pre-matrimoniali, per garantire il partner più debole, sia riducendo i costi e i tempi soprattutto quando non ci sono figli. 

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