Uscire dalla trappola dell’euro

par Antonella Policastrese
lunedì 23 settembre 2013

La Germania dopo essersi ripianata il proprio debito per la caduta del muro di Berlino , grazie ai soldi sborsati dagli altri paesi europei sale in cattedra per dire che non fa beneficenza nè sconti a nessuno. L'euro così concepito è una trappola mortale e prima che i tedeschi finiscano per comprare in svendita ciò che rimane di buono nel nostro paese sarebbe ora tirarsi fuori per ritornare a stare sulle nostre gambe.

La Germania ha ricreato l'Impero tedesco, riducendo in una condizione di vassallaggio gli stati del mediterraneo, che sembrano assumere i connotati di quei paesi da colonizzare e conquistare, depredando e facendo razzia del loro patrimonio. In effetti basti vedere cosa sta succedendo in Portogallo, da noi e nella stessa Francia ridotta a nazione satellite. I tedeschi stanno assumendo nel cuore dell'Europa il primato di super potenza e con la Cina e l'India sono sul punto di creare i presupposti per delegittimare il ruolo di un'America divenuta debole e facilmente esposta in questo teatro di guerra, a colpi di proiettili e bombe finanziarie.

Non si capisce perchè continuare a svuotare l'Italia costringendo la gente ad emigrare. Economisti di tutto rispetto hanno ampiamente dimostrato che le ricette della Troika servono solo a difendere un impero che determinerà, se così andranno le cose, la nascita di dittature finanziarie dove i popoli perdono il loro status e la loro identità. L'euro è una moneta creata solo per rafforzare la Germania. Noi la compriamo a caro prezzo dal momento che non stampiamo più denaro. E ora sono proprio i tedeschi che ci vengono a dire che serve una moneta più forte escludendo dal loro circuito gli stati del mediterraneo che stanno andando in default.

In fondo i processi in atto stanno apportando un cambiamento radicale nel nostro tessuto sociale:cancellando qualsiasi diritto e dando vita a licenziamenti di massa per costringere la gente ad obbedire e tacere. Non esiste un piano industriale nel nostro Paese. Fermata anche la produzione dell'acciaio, settore strategico per colpa di privati che hanno macinato liquidi senza investire e lasciando a Taranto un deserto di polveri sottili, d'aver provocato fra la popolazione una moria per cancro costrette a scegliere tra la salute o un lavoro scommettendo con la vita. Certo è che se Prodi non avesse cominciato a mettere in vendita il Paese anche in funzione dell'entrata nella zona-euro, ora non staremmo qua a vedere un'Italia sull'orlo del baratro.

L'euro è fallito e un'Europa a due velocità non ha motivo di rimanere in piedi. Un'Europa padrona del nostro stato, se Olli Rehn ci ha ammonito per quanto riguarda il Fiscal Compact: affermando che qualora il programa di bilancio non andasse bene per mancanza della copertura finanziaria per ogni singola voce di spesa, sarà riscritto a Bruxelles e intanto alzeranno l'Iva di un altro punto percentuale e la debole economia questa volta esalerà l'ultimo respiro sacrificata per tenere in vita l' impero tedesco.

Un Grande Fratello orwelliano, dove il mito della grandezza e dell'egemonia su ogni singolo individuo ci costringe ad uniformarci, costretti ad accettare quel modello come l'unico possibile da seguire. Ignobile che un Presidente della Repubblica continui ad esporci verso questi usurai legalizzati, che pretendono da noi soltanto interessi salati sul debito versati puntualmente e pagati a lacrime di sangue. È tempo di rivolta da parte degli stati del mediterraneo prima che secoli di storia vengano barbaramente cancellati immolati sull'altare del sacro Graal, prima di essere depredati di tutto ed elegantemente mandati al diavolo.

Foto: Images Money/Flickr


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