Uranio impoverito: l’incubo dei soldati italiani

par Francesco Raiola
lunedì 18 giugno 2012

Se i suicidi sono ormai la principale causa di morte dei soldati Usa in Italia si continua ad ammalarsi e morire per un'altra causa di cui, oggi, si parla poco ovvero il linfoma di Hodgkin, conosciuto anche come "Sindrome del Golfo", prendendo a prestito il nome della guerra, quella del Golfo, appunto, che per la prima volta lo portò alla ribalta della cronaca.
 

Una delle cause della malattia potrebbe essere (non vi è ancora la dimostrazione di causa effetto) "l’Uranio Impoverito, questo scarto dell’industria nucleare che raggiunge i 3000° C e riesce a perforare i carroarmati e a fondere persino le pietre che trova sulla sua strada" come scrive Quotidiano Piemontese che ha intervistato Lorenzo Motta, ammalatosi probabilmente durante una delle missioni che l'aveva portato all'estero passando da Turchia, Grecia, Tunisia e Gibilterra, preludi per la missione Enduring Freedom.

Motta racconta la sua storia, i primi segni della malattia - "un gonfiore nella parte destra del collo" - per poi andare a ritroso alle missioni e agli sfottò ai militari americani e olandesi che nonostante i 40° erano vestiti con protezioni e maschere monofiltro mentre loro se ne andavano in giro in pantaloncini corti:

Qual è stato il suo iter terapeutico?

Mi sono sottoposto a 8 cicli di chemioterapia e a 35 sedute di radioterapia. Mia moglie, proprio in quel periodo, mi disse di essere incinta della mia prima figlia. Questa notizia mi diede la forza per reagire e combattere contro la malattia. Un giorno, qualche tempo dopo la diagnosi, i carabinieri mi consegnarono una lettera della marina militare nella quale mi veniva notificata la riduzione del 50% dello stipendio per i successivi tre mesi e, dopo quella scadenza, la totale cessazione dei pagamenti a causa della non idoneità al servizio. Quello è stato un momento drammatico: non avevo più i soldi necessari a pagare l’affitto e nemmeno quelli per pagare le visite mediche di mia moglie. Proprio nel giorno in cui nacque la mia prima figlia, il 15 ottobre 2006, dovetti partire per Taranto dove, stranamente, superai la visita per diventare militare in servizio permanente effettivo. Successivamente fui nuovamente visitato ad Augusta e venni dichiarato non idoneo al servizio e congedato senza alcuna percentuale di invalidità.

E poi cosa successe?

Nel novembre del 2008, arrivato l’impiego civile al Ministero della Difesa, fui costretto a chiedere delle trattenute per far fronte ai debiti che avevo contratto durante la malattia. Una volta trasferitomi in Piemonte, nel luglio 2010, ricevetti una comunicazione del Comitato di verifica per le cause di servizio nella quale mi si diceva che la malattia non era stata causata da fatti di servizio. Mi feci coraggio e spedii i miei campioni biologici al centro Nanodiagnostic di Modena: la biopsia evidenziò nanoparticelle di tredici diversi metalli nel mio corpo, nanoparticelle con le quali devo e dovrò convivere.

Voi che tipo di protezione utilizzavate?

Assolutamente nessuna. Americani e olandesi erano coperti da tute speciali con maschere monofiltro anche con 45° di temperatura. E noi ci ironizzavamo pure… Anche greci e turchi erano privi di protezioni. Le stesse differenze c’erano anche per altri tipi di equipaggiamenti: mentre altri eserciti avevano giubbotti anti-proiettili, noi ci limitavamo a quelli anti-schegge.

Secondo lei l’Uranio Impoverito viene ancora utilizzato nei conflitti in corso?

Si dice che se ne sia fatto uso in Libia ma probabilmente ci sono già nuove sostanze, ancora più tossiche, pronte a sostituirlo. Domenico Fiordalisi, procuratore della Repubblica di Lanusei, ha fatto riesumare le salme di alcuni pastori morti a causa di linfomi e leucemie riscontrando nelle ossa altissimi livelli di torio 232. Perché? Perché i pastori facevano pascolare il loro bestiame in prossimità del poligono interforze di Salto di Quirra nel quale si sono sempre sperimentate armi con elementi radioattivi come uranio e torio.

L'intervista intera è leggibile qui


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