Unificazione delle forze dell’ordine: un poliziotto ci scrive

par antonio braccio
mercoledì 15 febbraio 2012

Sono poliziotto da oltre 30 anni e, per una riflessione, vorrei parlarvi di un argomento che da diversi anni, benché se ne parli, non trova soluzioni e per i motivi che mi appresto a spiegare, somiglia a tanti altri dilemmi italiani. 

La sicurezza pubblica è un bene collettivo e l’unificazione delle forze di polizia non più rimandabile produrrebbe benefici, considerevoli risparmi e maggiore tranquillità per i cittadini. Chi si oppone sono le sfere alte del Comparto Sicurezza e Difesa.

Per meglio chiarire, l’Arma dei Carabinieri nasce nel 1886 dietro esperienza della Gendarmeria Francese che nacque ufficialmente nel 1771, più di cento anni prima. L’istituzione Gendarmeria più antica dei Carabinieri è da tempo Polizia Civile e alle dirette dipendenze del Ministro dell’interno ed è al servizio dei cittadini con tutte le passate storie. La realizzazione della fusione in un’unica forza, resa ancora più difficoltosa dal governo D’Alema offrendo ai Carabinieri il credito di quarta forza armata è impedita solo dal non comprensibile “orgoglio di appartenenza". La Gendarmeria francese, con un passato non meno nobile dei Carabinieri, per il bene collettivo della sicurezza pubblica nel Terzo Millennio, ha messo da parte l’orgoglio ed è transitata nella dimensione che ha permesso ai cittadini di risparmiare ed avere maggiore sicurezza.

La sicurezza non la si produce con l’orgoglio, con le tradizioni e i ricordi che non vengono certamente cancellati con una riforma ma con senso di responsabilità, mezzi, uomini e donne coordinati con professionalità. O tutto questo è solo una mera giustificazione e il tutto tende a far rimanere tutto invariato e continuare a mantenere sicure tante posizioni importanti e con importanti stipendi? L’Italia, dai partner europei é definita la nazione dalle mille polizie e delle mille uniformi. Cinque Forze di Polizia che non camminano insieme e non dialogano fra di loro, non possono fare il massimo per i cittadini. Alcune normative già da molti anni avevano previsto delle sale operative comuni ma, di fatto quasi niente. Pensate ad un’unica sala operativa quanti vantaggi potrebbe sviluppare. Pensate a tutti i vertici di tutte e cinque le forze, Ministri, Capo della Polizia, Comandante Generale della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, dei Carabinieri, del Corpo Forestale e via scendendo sino a livello Provinciale.

Dovrebbero tutti rinunciare alla loro fetta di popolarità, a vantaggio dei cittadini con una rapida ed immediata riduzione dei costi e una presenza costante di uomini e donne sul territorio. Abbiamo 110 province con 550 sale operative, quando ne potremmo avere solo 110. Dobbiamo pensare a Forze di Polizia come vere e proprie aziende che producono sicurezza. Non è possibile considerare un così tanto importante compito di farlo esercitare alla Casta delle Forze di Polizia. Gli italiani chiedono più sicurezza e tanti si preoccupano di perdere il prestigio, l’insostituibile Arma dei Carabinieri. Basta con la politica delle caste e l’orgoglio sia principalmente per essere uomini, donne ed amministratori corretti.

 

Sull'Unificazione delle forze dell'ordine, un articolo di Nelson Gregory Kaffir Boetie apparso su Polizia e Democrazia nel dicembre 2009: Unificazione delle Forze di Polizia: costi e benefici


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