Ungheria: i genitori potranno votare per i figli. Non ditelo a Buttiglione

par Phastidio
giovedì 24 marzo 2011

La nuova costituzione ungherese, approvata il 15 marzo e destinata ad entrare in vigore un mese dopo, è stata parzialmente scritta su un iPad, come tiene a segnalare uno dei suoi estensori, József Szájer, del partito conservatore Fidesz (una specie di Pdl agli steroidi reazionari) quale omaggio alla modernità, almeno a quella tecnologica. I contenuti, per contro, sono piuttosto “classici” e già sentiti dalle nostre parti, come la tutela intransigente del matrimonio come unione tra un uomo ed una donna, e la difesa dell’embrione. E fin qui, nulla di davvero originale.

La sperimentazione vera avviene nell’articolo della nuova costituzione in cui si afferma che i genitori possono esprimere il voto anche per i figli minori. Il premier Viktor Orban, ad esempio, che ha cinque figli (di cui solo uno maggiorenne), potrebbe esprimere assieme alla moglie ben sei voti. Esiste il non trascurabile problema di come esercitare il “voto plurimo” per le famiglie di divorziati con figli minori, e di come ripartirsi il “bottino” di figli minorenni in caso di dissenso tra i coniugi sulle scelte elettorali.

Oltre a ciò c’è anche la concreta possibilità che tale trovata finisca col violare la Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, che prevede bizzarramente che ogni persona abbia diritto ad un voto, ma queste sono quisquilie, per il paese che ha contribuito alle radici dell’identità europea “combattendo i Turchi nel Medioevo, fino alla rivoluzione del 1956″ contro l’Unione Sovietica. Qui c’è un ulteriore problema, visto che l’eroe di quella rivoluzione, Imre Nagy, era un comunista, esponente di un’ideologia aborrita da Fidesz.

Ora c’è dobbiamo solo attendere gli imitatori nostrani. Un quoziente familiare elettorale potrebbe suonare interessante a qualcuno, nell’ambito del teatrino virtuale in cui ci troviamo.


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