La crisi dell’Eurozona rischia di diventare globale

par Angelo Cerciello
giovedì 28 giugno 2012

La crisi dell'eurozona, se non risolta, rischierà nel prossimo futuro di assumere proporzioni mondiali e, quindi, catastrofiche: la crisi economica, originatasi nel 2007-08 con il caso dei mutui “subprime”, è arrivata fino ad oggi e la crisi dell'eurozona è una conseguenza di essa. Inoltre, non dobbiamo dimenticare, che le crisi economiche attuali sono figlie di una crisi economica di lunga durata che ha origine negli anni 80 del 1900: una crisi della domanda a cui si è pensato di rimediare con un'economia “drogata” di finanziamenti e prestiti.

Alla crisi economica si sta affiancando il problema, già esistente da anni, del surriscaldamento globale con gli inevitabili disastri e catastrofi che esso si porta dietro: uragani più frequenti, maggiori precipitazioni, scioglimento di ghiacciai e calotte polari con conseguente innalzamento del livello dei mari e squilibrio degli ecosistemi etc.

Ad aggravare tutto ciò, la crescita dei paesi emergenti tipo Brasile, Sudafrica e India che richiedono al sistema globalizzato mondiale sempre maggiori fonti di energia. Ma il problema principale è forse che il sistema liberal-capitalistico fonda la sua forza sulla crescita economica sempre positiva, non contempla la “decrescita”

Infatti molti studiosi ed economisti prevedono una futura decrescita per il sistema economico attuale come noi lo conosciamo.La nostra, forse, è una società votata al collasso, come direbbe anche James H. Kunstler, il cui libro più famoso è proprio intitolato “Collasso” e parla di una società che si sgretola, si disintegra su se stessa. Forse Kunstler e altri come lui esagerano col catastrofismo delle loro previsioni future, ma gli eventi degli ultimi anni sembrano confermare abbastanza le loro previsioni.


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