Una nave libica ha rotto l’assedio di Gaza

par Mazzetta
martedì 10 agosto 2010

Una nave da trasporto libica ha attraccato a metà luglio in Egitto, sbarcando aiuti poi consegnati alla Croce Rossa e trasportati a Gaza senza aver subìto alcun controllo israeliano o senza essere stata abbordata o attaccata in mare.

Una notizia che sui giornali italiani e internazionali è passata sottovoce e senza troppi dettagli a sottolineare l’eccezioalità dell’evento, ma che oggi è confermata dallo stesso ministro degli esteri Lieberman, chiamato a discutere pubblicamente dell’accordo preso in segreto con Gheddafi, che con l’operazione ha messo a segno un notevole colpo propagandistico.

La consegna degli aiuti e la costruzione di venti edifici a Gaza da parte dei libici è frutto di un do ut des con il quale Lieberman ha ottenuto la liberazione di Rafael (Rafram) Haddad, cittadino tunisino ed israeliano detenuto da cinque mesi dai Libici e accusato di spionaggio dopo essere stato colto a far fotografie, definite da una parte innocente documentazione della storia ebraica in Libia e dall’altra la prova di un’attività di spionaggio.

Ora che l’accordo segreto è venuto alla luce con la liberazione di Haddad, Lieberman è stato investito dalle polemiche e l’accordo è divenuto pubblico. Secondo la ricostruzione di Lieberman il premier Netanyahu si era affidato alla mediazione di Silvio Blerusconi per ottenere la liberazione del prigioniero senza cavarci nulla. In seguito contatti a livello privato sono riusciti a portare a conclusione l’accordo.

Un accordo del genere tra due personaggi come Lieberman e Gheddafi è la migliore dimostrazione che anche in Medioriente non esistono accordi impossibili e che tutto dipende dalle rispettive volontà. L’accordo, incidentalmente, dimostra anche la natura pretestuosa delle ragioni che Israele mette in campo per giustificare il blocco illegale di Gaza, dato che in linea di massima è molto più probabile giungano a Gaza armi a bordo di una nave organizzata da Gheddafi che a bordo di una flottiglia carica di attivisti internazionali passati al metal detector dalle autorità turche all’imbarco


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