Una mafia che apparentemente non spara

par HOPLA’
martedì 21 giugno 2011

"Non si dimostra l’impegno dell’antimafia perché si tiene Gomorra di Saviano sul comodino", sotto scorta dal 2003, Raffaele Cantone magistrato e PM alla Direzione Distrettuale antimafia di Napoli sino al 2007, al Borgonuovo di Ferrara. (DZ@)

Sotto scorta ma libero di passeggiare in Piazza Savonarola il magistrato Raffaele Cantone si è trattenuto ancora sabato sera in centro città, al termine dell’incontro “Lotta alla mafia” organizzato dal PD estense nella sala del Borgonuovo.

Assieme a Enzo Ciconte, criminologo e consulente per la regione Emilia Romagna, al consigliere regionale Roberto Montanari, i segretari comunali e provinciali del Partito Democratico Rita Reali, Paolo Calvano e il direttore della Nuova Ferrara Paolo Boldrini. Relatori e coordinatore quest’ultimo del tavolo di discussione su di una criminalità organizzata che non riguarda più solo il sud d’Italia ma investe e cerca il suo “consenso” anche nelle regioni del Nord. “Un problema di priorità sociale che mette a rischio e indebolisce la democrazia”, spiega il segretario provinciale che introduce il tema e per il quale il PD ha approvato un programma di interventi di prevenzione per contrastarne l’espansione, di un Protocollo Antimafia per le Province e di una Stazione Unica Appaltante. “Un buon governo non lo si definisce tale perché presenta solo episodi di infiltrazioni mafiose – dice Montanari – la mafia è un fenomeno strutturale che riguarda anche l’Emilia e il vero contrasto, oltre le decisioni politiche e le leggi, è soprattutto la diffusione di una cultura della legalità e della trasparenza”.

“Questo perché – spiega Cantone - la criminalità organizzata non ha bisogno di armi per mantenere il suo stato, a prescindere dall’utilizzo immediato della violenza è piuttosto divenuto un organismo economico e garanzia di servizi. I contratti che offre – e cita il mandato in esclusiva di rivendita del latte della Parmalat ad una società del clan di Zagaria a Caserta - godono della protezione dei clan potenti, non si avvalgono né di tribunali né di sindacati". Una sorta di procedura snella “che non colpisce di pistola come mafia militare ma con il denaro, infiltrandosi nel tessuto politico ed economico”.
 
“Di fronte al problema della criminalità organizzata permane lo smarrimento di vedere cosa accade al nord ma non c’è bisogno di aspettare l’inchiesta giudiziaria – avvisa il criminologo Ciconte – il problema va affrontato dal politico e non tanto per ridurre il danno quanto per distruggerne l’interazione con la politica stessa”. Non si dimostra l’impegno dell’antimafia perché si tiene "Gomorra" di Saviano sul comodino – continua il magistrato – la mafia crea continui rapporti basati sul consenso sociale, si fa ammirare nei luoghi dove i cittadini non arrivano, è il caso dei trofei esibiti nel mondo del Calcio, diviene strumento di affari nell’ambito di appalti pubblici”. “Abbiamo investito un milione di euro senza togliere nulla ai bilanci del sociale, delle politiche ambientali e della sostenibilità - rilancia il consigliere regionale – per l’allestimento delle due leggi e gli strumenti necessari a contrastare il fenomeno della illegalità, non abbiamo tralasciato nulla e a Luglio fuori tutto”.
 
Non sappiamo se Savonarola oggi tra le ragioni di un prossimo flagello ascriverebbe tra le efferatezze degli uomini anche la mafia. Certo la “libera” passeggiata del Magistrato Cantone rilascia sulla città il senso di sfida e non di meno di una prima battaglia alle mafie che vorrebbero insidiarsi nell’ombra del Castello.

Leggi l'articolo completo e i commenti