Una giornata al Pronto Soccorso di un ospedale romano

par bruno piano del balzo
venerdì 10 giugno 2011

Un signore anziano (somiglia molto al personaggio del film “Umberto D” di De Sica), vestito elegante, tutto a modo, mostra dignità ed è tranquillo, con la sua borsa attende il suo ricovero.

Una zingara, vestita bene, da stamattina attende invano di essere visitata. Si lamenta spesso ma con rispetto, senza dare in escandescenze. Si sente rispondere dagli addetti all’Accettazione “La prossima persona è lei”, ma dovrà attendere le otto di sera.

Tre fratelli riuniti hanno la madre ricoverata, parlano dei loro problemi di lavoro. Non sembrano preoccupati.

Due fidanzati litigano. Lei ha dolori, lui anziché tranquillizzarla la colpevolizza per avere mangiato cose che non doveva, forse delle pizzette. Lei sbotta “Così mi fai alzare la pressione”.

Il corridoio del pronto soccorso è pieno di lettighe ai lati, con ricoverati in attesa di posti letto. Mia zia è al Pronto Soccorso da 3 gg., le hanno detto che hanno inviato un fax a tutti gli ospedali di Roma per un posto libero, ma nessuno risponde. Non ci sono letti liberi negli ospedali di Roma. E pensare che la Polverini ha tagliato molti posti-letto. Effetto della riduzione delle spese. Solo che le malattie non guardano in faccia a nessuno, non fanno sconti o riduzioni..

Una donna in carrozzella commenta ad alta voce verso l’infermiere che è venuto a prenderla “Ora che serve mia figlia non c’è, sta telefonando di fuori, sta imbecille”.

Un’ambulanza arriva, ne esce un uomo che urla dal dolore. Forse una colica renale?

I familiari dei ricoverati tutti estremamente gentili nel chiedere notizie per paura di risposte sgarbate di medici e infermieri. Ma non c’è un medico che dia informazioni, dicono di essere indaffarati, di avere altre cose urgenti da fare.

Nel modulo da riempire all’accettazione, oltre a nome, cognome, ecc, ci sono anche i campi per “professione” e “titolo di studio”. A cosa servono? Sono dei lasciapassare, danno diritto a precedenze? Siamo tutti uguali di fronte alla morte –diceva Totò con “’A livella”- ma non di fronte alla malattia. E ai ricoveri. E ai posti-letto.

P.S. Ieri, 8 giugno 2011, ho cercato di prenotare una ecografia con il CUP della Regione Lazio: primo posto utile a novembre! Così dovrò farla in privato, pagando la tariffa intera, pur avendo il codice che mi esenterebbe da pagare anche il ticket… Sanità pubblica del Lazio allo sfascio! Da quando c’è la Polverini è peggiorata, se possibile, ancora.


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