Una foto, un Paese

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mercoledì 22 dicembre 2010

E se fossimo noi?

Se fossimo noi in uno stato pseudocomatoso, dinnanzi alle più alte cariche istituzionali dello Stato.
 
Se fossimo noi ad essere più abbattuti che battuti, più dormienti che domati, più sonnambuli che sognatori.
 
Se fossimo noi che ci millantiamo del nostro torpore come se fosse la nostra partecipazione.
 
Se fossimo noi i pusillanimi, che soporosamente abbiamo delegato il nostro futuro e le nostre speranze.
 
Se fossimo noi a peccare troppo di pessimismo, a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto e le sue tasche sempre mezze piene.
 
Se fossimo noi il mezzo e non il fine, gli antiberlusconisti e non i berlusconiani, i propagandisti e non i pubblicitari.
 
Se fossimo noi i colpevoli della persuasione di massa, i dispotisti patologici, gli anarchici o gli egoarchi.
 
Se fossimo noi i venditori di tappeti, i teleimbonitori, gli illusionisti, i psicogiganti.
 
Se fossimo noi i collusi con le soap-opere, i corrotti dai reality-show, il potere poco trasparente.
 
Se fossimo noi i nostri Fini, Casini, Rutelli, Bersani o D'Alema, esperti in Opposizione, ma non nell'Opporsi.

Se fossimo noi i partiti che cambiano con gli stessi uomini, i simboli che mutano con gli stessi colori.
 
Se fossimo noi a non aver capito nulla e lui tutto, che in 16 anni cambiamo leader, strategie, tattiche e teorie, e lui nulla.
 
Se fossimo noi il Berlusconismo e non lui il Berlusconi, noi a dormire e lui la sedia, noi a sognare come fallire, e lui a fallire per far sognare.



 
"Io sono la realtà, voi siete la fiction" (Cetto La Qualunque)

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