Un voto di protesta per la metà (circa) degli italiani

par Aldo Funicelli
mercoledì 19 settembre 2012

Circa il 40% degli italiani, secondo i sindaggi, esprimeranno un voto di protesta alle prossime elezioni, tra astensione e voto di protesta.

Già questo, prima ancora di tirare in ballo Grillo, l'antipolitica e la democrazia nel M5S dovrebbe costituire un vulnus della democrazia.

I partiti classici, responsabili, riuniti nella strana maggioranza di oggi, non godono (non godrebbero) della fiducia degli italiani. Come dargli torto, d'altronde. Non si conosce ancora la legge elettorale (se vedrà la luce, sarà ancora al fotofinish), i candidati, le coalizioni e i programmi.

No, i programmi, l'agenda Monti di tagli e sacrifici, la conoscono già.

Sotto gli occhi di tutti passano scandali grossi e piccoli. Da Lusi a Belsito a Fiorito. Il mercanteggio per un posto nell'authority, per la legge sulla corruzione, per il controllo dei costi della camera.


Il problema non è chi certifica i conti della Camera, del Senato e di tutte le regioni.
Questi conti devono avere la stessa struttura e devono essere comprensibili da chiunque.

Ma il vero scandalo è che si è dovuti arrivare alla notizia sui giornali. 
Delle spese pazze del Pdl nel Lazio (le Bmw, le cene a base di ostriche, i soldi imboscati), come del cerchio magico di Bossi, come delle Olgettine, dell'esercito di dirigenti e impiegati in Sicilia, lo sapevano tutti.

Hanno continuato a danzare sulla plancia del Titanic, pensando che la crociera continuasse all'infinito. Incoscientemente.

Ieri Floris, di fronte al ministro del lavoro, snocciolava le cifre fornite dal CNEL: dal 2008 1 milione di posti di lavoro persi.

1 giovane su 3 escluso dal mondo del lavoro.


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