Un vivo plauso a D’Alema, a proposito di GAZA

par Kocis
mercoledì 7 gennaio 2009

Un vivo plauso a D’Alema, a proposito di GAZA
  
Personalmente non sono mai stato un ammiratore di D’Alema, anzi. Però, a fronte del criminale attacco dei governanti dello stato d’Istraele contro la popolazione palestinese di GAZA (davanti allo strazio dei bimbi cadaverici si rimane attoniti), le coraggiose dichiarazioni di D’Alema – ex Ministro degli Esteri - rompono il fronte dell’omertoso, cinico, vile e complice mondo che caratterizza la gran parte del quadro politico italiano, ivi compreso un gran pezzo della diversità che dovrebbe differenziare, in idee, culture e strategie, la destra governante.
 
D’Alema, con le sue ultime affermazioni, ha messo il “re” con il culo nudo in aria. 
Infatti, dichiara: “ non bisogna mai dimenticare che Hamas ha vinto le elezioni. E’ impossibile avere un pace senza un qualche coinvolgimento di questa forza”.
Aggiunge, inoltre, tra l’altro: “ Amo Istraele, ma per ottenere la pace non si può dimenticare la Palestina”.

Parole “sante” ed oggettivamente veritiere.

Che, ovviamente, ai tanti guerrafondai e razzisti che allignano – dati i pruriti dell’attuale convenienza – nel nostro “regno”, suonano profane. Questi, alcuni dei passaggi della presa di posizione dell’esponente del PD, che afferma una realtà di fatto.

Su queste parole si sono indirizzate le più bieche reazioni dei nostri nostrani eroi emuli del generale “Stranamore”, che più dei corpi, bruciati e straziati dalle bombe omicide, si erano di già indignati dai tessuti banalmente mandati in fumo.
Stupisce alquanto la reazione dell’associazione dei cittadini romani di religione ebraica che non hanno invitato l’ex ministro degli esteri al convegno (da loro organizzato) che si terrà sabato a Roma: “sostenere Istraele, sostenere la pace”.
Evidentemente, questi signori, che hanno totalmente dimenticato l’elementare concetto del diritto, dell’’equità e del rispetto dei popoli, non hanno ormai più nessuno reale contatto ( …già , il tempo passa) con i tanti deportati italiani, di natura politica, religiosa, sociale e delle diversità, che furono imprigionati e trucidati nel Lager nazi-fascisti… le cui gesta sono ancora largamente decantate oggi in Italia, in variegate forme e modi, da tanti bellimbusti assurti in carriera.
 
 

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