Un sogno si avvera: Massimo Zedda è il nuovo Sindaco di Cagliari

par Giovanni Graziano Manca
martedì 31 maggio 2011

Massimo Zedda è il nuovo Sindaco di Cagliari.

E’ certamente il vento che è cambiato, ma il sogno che la città di Cagliari ha iniziato a vivere nei giorni scorsi è destinato a durare o finirà per tramutarsi in una pura e semplice, passeggera illusione? Io credo che durerà e che nei prossimi anni produrrà molti buoni frutti.

I giornali degli ultimi giorni forniscono a profusione dati e notizie che concernono le elezioni del sindaco di diverse importanti città del nostro Paese (tra le quali Milano, Torino, Napoli, Bologna e, per quanto riguarda la nostra isola, Cagliari e Olbia). L’informazione fornita dalle diverse testate riflette un dato di fatto incontrovertibile: l’edificio su cui poggiava il consenso accumulato negli ultimi anni dal blocco dei partiti di centro destra è crollato con grande fragore, minato alla base della sua struttura da una nutrita serie di crepe apertesi nel corso del tempo.

In precedenza si erano avvertite le avvisaglie della crisi profonda che ha investito lo schieramento governativo che comprende le forze politiche più moderate e maggiormente conservatrici del nostro Paese. La crisi economico-occupazionale che non accenna a stemperarsi, l’inconsistenza (o meglio la dannosità per l’immagine dell’Italia all’estero) di una politica estera vergognosa, il disagio sociale diffuso, la mancanza di strategie valide nel campo dell’istruzione pubblica e della cultura, la ‘managerializzazione’ e la disumanizzazione di molti servizi statali e locali che hanno fatto salire il tasso di disaffezione della gente nei confronti delle strutture pubbliche, l’avere, in definitiva, trascurato il benessere degli italiani soffocando le giuste aspettative delle fasce più vulnerabili della popolazione e i sogni di giustizia sociale e libertà che ognuno di noi ha il diritto di coltivare, hanno determinato il rigetto da parte degli elettori nei confronti di questa classe politica e tracciato il solco di una ferita che è fatale per i livelli di fiducia (già da tempo scesi a livelli molto bassi, a dire il vero) di cui ancora poteva godere il nostro capo del governo. Che dire, poi, delle pruriginose e immorali vicende personali che di tanto in tanto investono lo stesso premier, delle accuse e delle offese che quest’ultimo, anche in occasioni di importanti consessi internazionali in cui il nostro Paese è impegnato (G8) continua a rivolgere ai magistrati che coscienziosamente svolgono nient’altro che la propria funzione e della sua pretesa di subordinare alle proprie esigenze personali il sistema delle leggi e quello della giustizia italiana?

E’ una politica malsana, quella che ha governato il nostro Paese negli anni più recenti, la politica dell’egoismo più becero e dell’interesse personale del leviatano, la politica del disprezzo nei confronti delle esigenze dei giovani e degli anziani, dell’ambiente, della sicurezza sociale e dell’assistenza sanitaria. Quello attuato in questi in anni dal centro destra si è rivelato un modo di governare che ha gravemente trascurato di coltivare la felicità e il benessere sociale dei cittadini e che è frutto dell’individualismo più radicale di alcuni piuttosto che di una diffusa cultura della solidarietà e della coesione sociale; una gestione della cosa pubblica che fin dal suo principio ha operato affinchè fosse inibita la nostra tendenza al libero pensiero e la nostra naturale propensione verso una società migliore e più giusta.

Una politica che certamente ha fatto pesare fortemente le sue storture anche a livello regionale: la regione sarda è governata da amministratori pubblici che in tutto e per tutto appaiono dipendere dagli onorevoli romani che dettano le regole per l’esercizio del potere politico ad ogni livello istituzionale e territoriale (le vicende legate all’eolico in Sardegna costituiscono un esempio eloquentissimo di quanto si sostiene). Essi si sono rivelati insensibili e incapaci di affrontare efficacemente i numerosi problemi economici e sociali che continuano a relegare la Sardegna a livelli di sviluppo molto bassi. Non è casuale la sconfitta cocente subita dal centro destra alle votazioni per l’elezione del Presidente della Provincia di Cagliari. La presentazione da parte dello schieramento di centro destra di un candidato alla presidenza assolutamente inadeguato, se si tiene conto dell’alta carica istituzionale che doveva essere ricoperta, e perciò perdente fin dall’inizio, ha creato forti contrasti in seno alla coalizione di centro-destra che in quella occasione si è presentata agli elettori come una forza politica divisa e inaffidabile.

E’ questo lo scenario che ha fatto da sfondo alle votazioni per l’elezione del Sindaco di Cagliari che si sono tenute il 29 e il 30 di Maggio. Il capoluogo ha finalmente voltato pagina archiviando l’esperienza politica di una delle sue peggiori, forse, giunte municipali dal dopoguerra ad oggi, di un Sindaco, Emilio Floris, ‘incolore e dannoso’, come viene definito dal quotidiano La Repubblica nell’edizione del 27 Aprile u.s., e di altri amministratori, alcuni dei quali giovani anagraficamente, forse, ma irrimediabilmente vecchi dal punto di vista politico in quanto promotori di una gestione  pubblica giudicata da più parti clientelare (i concorsi per il personale dipendente e gli incarichi di responsabilità all’interno della Amministrazione comunale) ed eccessivamente benevola nei confronti dell’imprenditoria del cemento.  

Massimo Zedda, il candidato dello schieramento di sinistra, ha battuto il suo rivale Massimo Fantola utilizzando il linguaggio dell’alternanza, della solidarietà, del benessere sociale dei meno fortunati. Ha reso possibile il sogno ed è apparso sincero e credibile quando, con molta semplicità e garbatezza si è impegnato in una direzione che è quella della felicità di tutti i suoi concittadini.

E’ lui che aspettavamo; lo abbiamo visto parlare e in quei momenti potevamo quasi avvertire il battito appassionato del suo cuore. Il centro destra ha perduto queste elezioni perché nel governare le precedenti giunte ha spregiudicatamente perseguito l’ottusa politica di chi non ha capito che essa, nella sua più intima essenza, è soprattutto amore per gli altri...

 

 


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