Un saluto per Ai Weiwei
par Tommaso Deidda
sabato 11 febbraio 2012
Prendendo spunto da un articolo su Lu Qing che rappresenta il marito Ai Weiwei, portando in giro per il mondo la sua arte e la voce del dissenso contro il totalitarismo della potenza economica del futuro, quella a cui tutti guardano per investimenti e per sviluppi di business.
Saggezza cinese, raffinate sete, porcellane finissime per gustare un tè, (non c'è niente di meglio di un buon tè per i nervi scossi), danze eteree in cortili interni di case disegnate da Li Yaolin.
Uomini, donne, emergono da nebbie di montagne eterne, eterni confini dell'eterna Cina, come fantasmi si incamminano verso città enormi, sogni spenti nella pazienza imparata da millenni. La città è grande, la città cresce, la città fa vivere, la città fa morire, ma la città appartiene ai padroni, alla macchina lanciata nella modernità, Paese-città-nazione-partito, lanciata con la muraglia, la Porta Della Pace Celeste, La Città Proibita, le lacche su volti di porcellane, signori della Cina signori del mondo, signori che uccidono, signori che imprigionano, padroni signori, nei nuovi millenni come nei millenni passati, nuova vecchia Cina, nuovo vecchio dolore.
Arte, sogno, desiderio, paura, odio, potere, disperazione e morte, architettura Ming nella città proibita, anatra laccataconsumata con chi si ama nel cortile di un vecchio Hutong prima che sia demolito. Un saluto e una speranza per Ai Weiwei e per Lu Qing e per... Bao Tong, Fang Lizhi, Mao Hengfeng, tantissimi che non si arrendono. Tantissimi che non si adeguano, tantissimi martiri, vigili angeli della dignità umana.