Un fulmine dalla Sicilia ad Arcore

par Paolo Praolini
venerdì 31 luglio 2009

Negli ultimi giorni nella villa di Arcore del nostro premier è caduto un fulmine a ciel sereno.

 

Inaspettatamente il giocattolo del PDL ha cominciato a incrinarsi in qualche sua parte, proprio dove nessuno se lo poteva aspettare, e cioè dove il consenso per questo schieramento raggiunge livelli insuperabili, la Sicilia.

Un manipolo di rappresentanti politici siciliani, guidati dai due esponenti di spicco Lombardo e Miccichè, ha alzato il tono di voce verso i rappresentanti governativi.

Pur di fronte ad un evidente stato di difficoltà nel reperimento di fondi per soddisfare le emergenze del paese (rifiuti, terremoto, cassa integrazione, pensioni, etc.), i rappresentanti politici siciliani senza tentennamenti hanno mosso il loro passo verso la richiesta di ‘Fondi’ per il loro Sud abbandonato.

La rivendicazione di Miccichè e di Lombardo riguarda la ridistribuzione dei fondi FAS (fondi per le aree sottoutilizzate) nelle aree del Mezzogiorno.

Secondo costoro i fondi FAS negli ultimi mesi sono stati utilizzati per altri scopi ma non per il Sud ed il suo sviluppo, creando in tal modo un interruzione nel rifornimento di denari che da decenni la nazione distribuisce copiosamente nel Meridione, senza vederne però risultati tangibili.

A partire dalla Cassa del Mezzogiorno creata nel 1950 (dal governo De Gasperi), ai terremoti del Belice (1968), al terremoto dell’Irpinia (1980), ai fondi FAS, alle agenzie per lo sviluppo del meridione (Sviluppo Italia), al terremoto del Molise (2002), ai fondi per la Sanità, e possiamo continuare con una lunga sequela, il mezzogiorno d’Italia ha usufruito negli ultimi 60 anni dello sversamento dalle Casse dello Stato di montagne di miliardi di € di finanziamenti.

Questo denaro destinato principalmente allo sviluppo delle zone disagiate ed in alcuni casi distrutte da eventi tettonici, purtroppo non ha portato frutti e benefici per la popolazione e la società del meridione.

Ad oggi si riscontrano divari socio-economici tra Nord e Sud del nostro paese, troppo elevati se li si paragona agli sforzi economici elargiti nel corso degli anni.

Arretratezza nelle infrastrutture, mancanza di reti elettriche ed idriche adeguate, servizi sanitari di pessimo livello ed insoddisfacenti per la maggioranza della popolazione, aree di sviluppo sottoposte al giogo del racket e della mafia, aree urbane in abbandono, città dormitorio, etc.

Questa situazione è dimostrazione limpida ed evidente che il denaro inviato negli anni verso il Sud è finito nelle tasche di pochi politici ed imprenditori che ne hanno potuto godere privatamente dei vantaggi, negando in tal modo il recupero del gap che il mezzogiorno ha ormai incarnato nei suoi geni.

Ne è dimostrazione recente il processo conclusosi qualche settimana fa per i fondi del terremoto dell’Irpinia dove un bel gruppetto di politici ed imprenditori noti (Cirino Pomicino, Franco De Lorenzo, Enzo Scotti etc.) si arricchì intascando il fior fior dei fondi per il terremoto Avellinese, ma essendo trascorso troppo tempo è intercessa la prescrizione che li ha resi tutti ‘liberi’.

Ma cercando nel mondo del Web di storie come queste ne son pieni gli archivi storici.

Allora tornando ai nostri Lombardo e Miccichè valorosi fautori del recupero di risorse maltolte, chiedo loro di fare un esame di coscienza e domandarsi come mai la politica, in questo Sud troppo spesso martoriato dalla depredazione di risorse, non abbia mai pensato a combattere la corruzione, la sottrazione di denaro pubblico, la sparizione e la spartizione privatistica dei fondi pubblici, insomma interropere definitivamente il gioco sporco della politica, che ancora oggi mira spudoratamente ad essere soggiogato al voto di scambio che ha deturpato per sempre il volto del ns ‘Bel paese’.


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