Un altro ventennio che se ne va…

par Carlo Santi
venerdì 29 novembre 2013

Il Senato ha votato la decadenza da parlamentare di Silvio Berlusconi e, con lui, se ne va anche questo ventennio di dominazione berlusconiana. 

Lo hanno combattuto tanto, fino al punto di modificarsi nel tempo; prima da PCI, poi come PDS Partito Democratico della Sinistra, a seguire si sono trasformati in DS Democratici di Sinistra, infine hanno unito le forze con il PD, attuale Partito Democratico, che ha sancito la fusione fra DS e Margherita.

Tutto per sconfiggere il solito Berlusconi, ma nemmeno ieri sono riusciti a farlo. Chi lo ha fatto è un Senato dove tutti sono contro tutti e da un Parlamento dove a comandare non si sa bene chi sia: se Napolitano o i parlamentari nominati dai partiti.

Berlusconi è stato escluso dal Parlamento in un momento dove la politica è più debole e devastata che mai, da rancori e lotte intestine, da inimicizie e demagogia, da correnti e avversità, da corruzione e disonestà. Nessuno è immune dai problemi interni, per questo la decadenza di Berlusconi arriva solo grazie (o a causa di…) al MoVimento 5 Stelle. Se loro non avessero votato compatti la decadenza, Berlusconi si sarebbe comunque salvato.

Ora c’è chi esulta e chi si dispera, fatto sta che l’Italia è rimasta senza un vero leader politico di livello. C’è Monti, Casini, Epifani o Renzi o Cuperlo, Maroni o Bossi, Vendola o Grillo. Direi che abbiamo gran poca cosa.

Di Berlusconi tutto si può dire, anche il peggio del peggio, ma è pur sempre un leader politico italiano dei più forti e influenti, tanto da vincere un’elezione completamente da solo. E’ anche il responsabile del peggior ventennio di sempre, colpa o causa del solito Berlusconi, ma solo perché è sempre rimasto lui l’uomo da battere, l’unico forte per eccellenza, mentre gli altri hanno mancato l’obiettivo di far crescere una vera e propria alternativa credibile.

Per combatterlo ad armi pari, con dignità e forza, senza dubbi e in trasparenza, gli avversari dovevano mettere in campo un altrettanto leader forte e influente, ma non è stato così. Per cui questa è davvero la sconfitta della democrazia e, nel contempo, la vittoria della demenza politica italiana.

Sono comunque felice che ora si cambi registro, che si guardi altrove, e spero tanto che questo fatto comporti una nuova fase politica nel paese, magari solo per il fatto che “la necessità aguzza l’ingegno”.

Mi auguro solo di non dover mai pensare che… “si stava meglio quando si stava peggio"


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