Un’altra settimana di passione, forse l’ultima
par domenico
lunedì 7 novembre 2011
Buona regola, oltre che misura di prudenza, è attenersi al vecchio e saggio consiglio del Trap: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. In altre parole, non bisogna mai dare nulla per scontato. Soprattutto con “lui”. Ha già dimostrato ampiamente di avere una capacità di risollevarsi degna di Amintore Fanfani, il “rieccolo” di montanelliana memoria. D’altronde, viene spesso paragonato a “Ercolino sempre in piedi”, mitico pupazzo della Galbani che più lo atterravi e più si rialzava.
C’è quasi dell’eroismo nella resistenza opposta dal premier. O dell’irresponsabilità, dalla prospettiva opposta. Forse la consapevolezza che, una volta fuori dal bunker di Palazzo Chigi, molte giornate dovrà trascorrerle nelle aule dei tribunali. Intanto, è un fuggi-fuggi generale. La maggioranza è un’anguilla che a tentare di bloccarla scappa da tutte le parti. Parlamentari dati in uscita sui quali il pressing di Denis Verdini e dello stesso premier non sembra più produrre effetto. Ma non definiamoli eroi. Tra coloro che ora vestono la maschera dei censori, la stragrande maggioranza è responsabile dello sfascio morale in cui si trova l’Italia. Sono quelli che hanno votato qualsiasi porcata e che si sono sfilati soltanto in questo decadente epilogo. E che con questa legge elettorale saranno rieletti. Difficile pensare che qualcuno sia disposto a fare cadere il governo e poi sparire dalla circolazione. I movimenti al centro sono frenetici ed è probabile che partiti di crinale come Udc ed Mpa diventeranno una lavanderia politica.
Fine di una storia, dunque. Con un rimpianto. Quello di non essere stati in grado di farcela da soli. Alla fine, dovremo ringraziare la comunità internazionale che ha provocato l’isolamento di Berlusconi, e Paolo Cirino Pomicino, il regista delle manovre che stanno sfilando uno ad uno i parlamentari pidiellini. Va a finire che moriremo davvero democristiani.