Un NO per salvare la nostra democrazia

par Marco Chiumarulo
mercoledì 16 settembre 2020

Dopo una pausa durata quasi un anno, nella quale mi sono dedicato a terminare gli studi, ho deciso di ritornare a scrivere articoli. All'inizio ero indeciso se scrivere o meno un articolo sul referendum, perché vedevo la maggioranza degli italiani troppo sbilanciata per il Sì al taglio dei parlamentari. Poi mi sono detto che non tutto è già deciso e che ogni "No" potrebbe cambiare e, appunto, salvare la nostra democrazia.

Dopo una pausa durata quasi un anno, nella quale mi sono dedicato a terminare gli studi, ho deciso di ritornare a scrivere articoli. All'inizio ero indeciso se scrivere o meno un articolo sul referendum, perché vedevo la maggioranza degli italiani troppo sbilanciata per il Sì al taglio dei parlamentari. Poi mi sono detto che non tutto è già deciso e che ogni "No" potrebbe cambiare e, appunto, salvare la nostra democrazia.

Mai nessun referendum nella storia repubblicana della nostra nazione, è stato così cavalcato da motivazioni populistiche e demagogiche, tale da inseguire le pulsioni più immature dell’elettorato, infatti la riforma è proprio figlia di quella propaganda che “vuole mandare a casa la casta” e pensare di risparmiare riducendo la rappresentanza fa passare l’idea che la democrazia sia un costo, una mera questione di bilancio o una funzione puramente amministrativa. Sono sincero con il titolo di questo articolo non voglio enfatizzare o sopravvalutare il voto, ma veramente la nostra democrazia è in pericolo. Il partito (M5S) che ha promosso la riforma costituzionale ha “abusato” volontariamente della contrarietà del popolo italiano agli sprechi della politica. Ma il costo di un'istituzione come il Parlamento non può essere il metro di giudizio della qualità della politica italiana. Se da una parte c'era, appunto, un partito promotore; dall'altra parte tra gli altri partiti alcuni erano a favore per la riforma (la Lega ad esempio), mentre altri erano inizialmente contrari (il PD ad esempio) per finire poi a cedere a ricatti di altre parti di questo governo e per adeguarsi al volere percepito maggioritario dei cittadini hanno cambiato idea; infatti è sbagliato legare le modifiche costituzionali alle maggioranze di governo. Con l'ultima votazione in Parlamento la riforma è passata quasi all'unanimità, questo perché i partiti, "in ostaggio", non se la sentivano di votare contro la riforma per non perdere ulteriormente consensi. In questo momento, invece, gli schieramenti non sono così ben definiti e quasi ogni partito è diviso internamente tra chi è a favore e chi, invece, è contrario. Inoltre alcuni partiti stanno utilizzando la riforma in una maniera impropria.

Ma andiamo a vedere quali sono le motivazioni per le quali ho scelto di votare No al referendum.

Con questo articolo spero di sbagliarmi nei miei giudizi (me ne rendo conto) troppo severi verso la maggioranza dei cittadini, e da ottimista, mi auguro che gli elettori possano essere più maturi degli eletti in parlamento che dovrebbero rappresentarli, dando un bel messaggio ai potenti che desiderano diventare ancor più potenti.


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