Un Grillo matto dà scacco tra le quinte del PD

par Davide3d
giovedì 16 luglio 2009

Grillo VS PD: una follia o una strategia ?

La notizia ha destato stupore in alcuni, feroce sdegno in altri, molte perplessità e non pochi consensi.

Così è costellato l’universo degli umori che si può desumere dai commenti presenti, qui e là nei vari blog, di fronte all’annuncio di Grillo come candidato alle primarie del PD.

Alcuni accolgono con favore la candidatura e si domandano per quale motivo un partito, che vuole definirsi democratico, dovrebbe rifiutarla.

Chi la contrasta, accusa Grillo di non essere coerente e di mancanza di serità, dopo che lui stesso ha, sovente e pesantemente, criticato i partiti tutti e in particolare modo proprio il PD.

Quale obiettivo oscuro si nasconde dietro questa operazione? Si domandano i più cinici dietrologi - di quelli sempre pronti a trovare la pagliuzza negli occhi altrui ed a ignorare le travi dentro casa propria.

Di sicuro l’iniziativa rimbomba come uno squillo di tromba all’alba, nell’assopita caserma del Pd da un dibattito già soporifero, a tre mesi dal congresso.

Così in molti salutano questo gesto plateale che obbliga a ridestarsi ed a riflettere su ciò che accade realmente alla sinistra italiana: sino ad ora, il solito, rumoroso, nulla.



Alla giovane Seracchiani, che ha guadagnato sul campo ampio consenso elettorale, la gerontocrazia del partito si è già premunita nel far capire da che parte tira il vento, o perlomeno da che parte loro hanno deciso debba tirare; la giovane promessa se vuole, può al momento ambire a fare la comparsa , al massimo la spalla, di qualche big in quota, facendo ben attenzione a non disturbare gli esperti manovratori nelle loro gesta per portare il Pd alla rottamazione.

Il buon Marino, che del politichese inconcludente mastica poco ed è purtroppo dotato di quel senso pratico e rigoroso che appartiene a quelli che si occupano di salvare la pelle agli altri, è già stato "nominato" dalla vincente coppia Binetti-Fassino per aver espresso chiari pensieri (finalmente) sulla laicità: modalità di espressione cui il partito non è assolutamente avvezzo da molto tempo.
In questo contesto si inserisce Grillo con una mossa vincente da scacco matto. Perchè ?

Forse la domanda giusta è un’altra : perchè un comico si arrischia ad inserirsi in un contesto così politico senza il timore di venir deriso o sbaffeggiato dai più od essere completamente ignorato?

Se trovate una risposta, conseguentemente riuscirete a rispondere ad altri quesiti, per esempio: come mai la GdF ha interrogato Grillo domandando come era possibile che nei suoi spettacoli parlasse - e denunciasse - il crack Parmalat (più grande scandalo Europeo) tre anni prima che questo diventasse di dominio pubblico?

C’è del marcio in "Danimarca"!

E grillo mette a nudo il re: una classe dirigente che ha affossato un partito ed ha consegnato il paese ad una destra becera ed arrogante.

Paradossalmente questa è forse l’ultima occasione che ha il PD per riflettere seriamente sulla propria condizione, viceversa le conseguenze saranno per il Pd devastanti, ed anche per il paese; a meno che il Beppe non decida di...


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