Uguaglianza padana: i poveri stiano coi poveri, staranno meglio

par Fabio Chiusi
venerdì 17 settembre 2010

 

Libero oggi intervista il “Doge della Serenissima“, come venne acclamato all’ultima Pontida, il governatore del Veneto Luca Zaia sul tema rom-immigrazione. Questo il fulcro dell’argomentazione:

E perché mai una “bidonville” a Bucarest sarebbe meglio della periferia romana? Soprattutto, come si concilia questa affermazione con l’idea che serva una sala d’attesa tra una “bidonville” (del paese natale, immagino) e “Las Vegas” (l’Italia – anzi, la Padania)? Zaia non precisa.

Anche Francesco Specchia di Libero è spaesato. “Il concetto ancora mi sfugge”, dice. Al che l’ex ministro replica:

Ma è ovvio: lì, dove la povertà è più diffusa, il contesto sociale è più idoneo, il trauma è minore.

Sarà pure “ovvio”, ma a me il concetto “sfugge” ancora. L’unico modo che mi viene in mente per “fermarlo” in qualcosa dotato di senso è tradurlo a questo modo: meglio i rom restino nelle loro “bidonville”, perché almeno lì saranno poveri, ma tra altri poveri. Insomma, mal comune mezzo gaudio. Invece venendo qui – a “Las Vegas” – sarebbero poveri tra i ricchi. E quindi si sentirebbero ancora peggio.

Forse che stando tra poveri diventeranno meno poveri? Chissà, magari c’è qualche tradizione celtica o qualche miracolo padano che prevede la moltiplicazione degli averi tra disperati. Solo se restano “a casa loro”, ovvio. Nell’attesa che la magia si compia i ricchi stiano coi ricchi, e i poveri coi poveri. Questa è il senso della Padania per l’uguaglianza. Semplice, immediato e, soprattutto, fa gli interessi del “Nord”. Funziona.


Leggi l'articolo completo e i commenti