USA: tutti (o quasi) al voto. I netizen osservano e rilanciano

par Bernardo Parrella
martedì 4 novembre 2008

Rullino i tamburi, suonino le trombe. Nei 50 Stati USA si aprono fra poche ore le urne per eleggere il nuovo Presidente. Online e offline monta l’eccitazione, con i grandi network TV, radio piccole e grandi, servizi pubblici (PBS, NPR), che strombazzano in giro l’avvio di ininterrotte dirette per quest’Election Day e, soprattutto, la susseguente Election Night. (Pur se non pochi hanno già votato). Intanto però la solita Arianna Huffington è lesta ad annunciare il vincitore della storica tenzone: Internet! Scarsa originalità? Certo, ma in qualche modo bisognerà pur tenersi in bella mostra, no?

“Quest’anno il portatile ha sostituito la televisione come device da avere per la notte elettorale… per i risultati in tempo reale sarà Internet la destinazione obbligata per tutti”, dichiara nel suo editoriale odierno la brillante manovratrice di Huffington Post. Che oltre alla tipica girandola di ultimore, poll e simili, lancia un’apposita sezione in cui vengono (e verranno) riportati problemi nell’affluenza alle urne segnalati direttamente dagli elettori. E dove compaiono, ad esempio, le ultime cifre sugli early voters - 27 milioni in totale, record storico - nonostante lunghissime attese per votare, fino a otto ore, in Ohio, Florida e altrove. Buon segno di rinnovata partecipazione al processo politico?

Calca la mano al riguardo la trasmissione radio quotidiana DemocracyNow!, centrata (come in altri frangenti) su aspetti meno ovvi o eclatanti di quelli abbracciati dalle grandi testate: “Il sistema elettorale della nazione è pronto?“. Intervistato a lungo da Amy Goodman, Mark Crispin Miller, docente alla New York University e autore di Loser Take All: Election Fraud and the Subversion of Democracy spiega tra l’altro: “Ciò a cui abbiamo assistito nelle ultime due settimane è in pratica il ripetersi di quanto accaduto nel 2004, ma con gli steroidi: scambi di voti causati dai malfunzionamenti dei sistemi elettronici in West Virginia, Texas, Tennessee e Missouri, per quanto ne sappiamo finora. E per massima chiarezza, tutti gli errori vanno in un’unica direzione. Anziché a Obama, i voti vengono assegnati a McCain oppure a Cynthia McKinney, [. Con una conclusione tutt’altro che rassicurante: "Se McCain dovesse vincere inaspettatamente in tarda nottata, invito tutti a partecipare alle verifiche dei conteggi (voter assemblies). Questo è l’annuncio diffuso fin d’ora da Liberty Tree come parte dell’iniziativa No More Stolen Elections! Il sito da seguire per questo è libertytreefdr.org". Assisteremo davvero al ripetersi di brogli e impicci come nel 2004?

Sempre in stile "osservatorio", encomiable lo sforzo attivato dai cittadini-reporter di Voices Without Votes, legato alla più ampia rete di Global Voices Online. Dove vengono sfornati a ritmo battente post di vario tipo e provenienza variamente connessi alle elezioni, curati da blogger di ogni parte del mondo. Gli ultimi segnalano i cinque migliori post odierni a favore di Obama e l’attesa dei blogger Marocchini colpiti da una "Obamania" diffusa. Mentre nel pomeriggio sono state raccolte le reazioni della "Twittersfera" non appena diffusasi la notizia della scomparsa della nonna del candidato democratico. Domani, a partire da mezzogiorno EST, Voices Without Votes produrrà un "liveblogging" continuato in collaborazione con The Morningside Post (Columbia University): un team di blogger internazionali si unirà a quelli americani nel fornire notizie in diretta - con partecipazione aperta a chiunque altro vorrà coinvolgersi. E nei prossimi giorni, una volta eletto il nuovo Presidente, tale conversazione globale andrà ampliandosi per integrare i post di Global Voices e i commenti dei netizen, a riprova della vitalità raggiunta da questo riuscito progetto di citizen jourmalism indipendente e non-profit.

Onde non farsi prendere da eccessivo entusiamo sul futuro di un’eventuale Obama neo-Presidente (già, proprio così!), ecco alcune salutari battute di Robert Fisk, per circa 30 anni corrispondente dal Medio Oriente per il quotidiano britannico The Independent, il quale interviene al Pat Kenny Show mentre guida nel traffico di Cork, terza città dell’Irlanda dopo Dublino e Belfast, come rivela questo video su YouTube. Alquanto sbrigativamente, il giornalista liquida le speranze di cambiamenti nell’area medio-orientale, spiegando che "Una volta entrato in carica [Obama], sarà la solita vecchia storia. L’ho sentito dire così tante volte, anche con Clinton. È come quando dicono che ci sarà un governo giudato dal Labor Party in Israele e sarà diverso da quando governava il Likud. Non è mai successo”.

Nota di chiusura per oggi dedicata a qualche frivolezza - cosa che in politica non guasta mai, soprattutto, ahem, di questi tempi. Twitter anticipa una “record-breaking activity” per l’intera giornata di martedì e oltre (poteva forse essere altrimenti?), sempre che i suoi mega-server non facciano le bizze come accaduto di recente. Intanto il suo rolling continuo rilancia le annotazioni di utenti di tutto il mondo, mentre per la nottata salterà in ballo - letteralmente - uno special tra Current TV, Twitter, DJ e chi più ne ha più ne metta: http://current.com/election. E per chi vuole farsi qualche sana risata, proprio ora sta andando in onda su NBC una raccolta (ben due ore filate!) di recenti puntate di Saturday Night Live dedicate al Presidential Bash 2008 (divise anche in comodi spezzoni video, oltre che su YouTube). Davvero grande Tina Fey nei panni di Sarah Palin (o è viceversa??).


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