Usa: le banche sono inutilmente piene di soldi

par Mazzetta
giovedì 27 ottobre 2011

Come accade in Europa, anche negli Stati Uniti le banche hanno i forzieri pieni di soldi che non sanno dove mettere.

Non si fidano nemmeno a prestarseli a vicenda, tanto che in Europa siamo arrivati al paradosso che i governi sono chiamati a rifornire le banche di denaro che già hanno in cassa, ma che non vogliono rischiare investendolo in mercati volatili e pericolosi.

Si è rotta la giostra che offriva ritorni garantiti da un mercato sempre in crescita, è crollato il sentiment e l'economia non offre segni di ripresa, non è una depressione che tocca solo i conti.

I correntisti americani tengono sui conti, garantiti dal governo, più soldi che mai, anche se non ricevono interessi, sembrano più inclini a un assetto difensivo, a preferire la sicurezza di non perdere il loro capitale. Si sono messi addirittura a risparmiare, un cambiamento di costume epocale a ben vedere, che segnala come e quanto la crisi abbia cambiato il rapporto di molti americani con il denaro.



Le banche però non sanno come impiegare questi soldi ricavandone profitti interessanti con bassi livelli di rischio, tanto che rispetto ad alcuni anni fa si è invertita la tendenza e oggi le banche invece di dare la caccia spietata al correntista, lo lasciano volentieri andare a rappresentare un grattacapo per altri.

Non c'è modo di fare i profitti come un tempo, tanto vale ridurre il personale e tagliare i costi dove si può, non ha senso rincorrere clienti ai quali non si può vendere nulla.

Si vendono meno prodotti finanziari, meno assicurazioni, si fanno meno mutui, sui quali si guadagna sempre di meno perché si concedono solo a persone solvibili e garantite a tassi molto bassi. Così, con i timori per la crisi europea che si sono sommati a un panorama generale già grigio, l'ammontare dei depositi ha raggiunto la bella cifra di 8.900 miliardi di dollari.

Cifra che rende evidente la solvibilità degli Stati Uniti e dei suoi cittadini, che hanno un debito pubblico che viaggia intorno ai 14.000 miliardi e come questa sia minacciata dalle voragini aperte nei conti della finanza.


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