Tyrant. Anche i figli dei dittatori piangono

par Spike
giovedì 10 luglio 2014

Tyrant è la nuova serie di Gideon Raff, il creatore della versione originale (israeliana) di Homeland. La serie, il cui pilot è uscito lo scorso 24 giugno, è prodotta, come per quest'ultima, da Howard Gordon, con la collaborazione di Craig Wright, lo sceneggiatore di Six Feet Under e Lost.

Tyrant racconta la storia di Bassam Al Fayeed (Adam Rayner) – “Barry” per gli americani – il figlio di un dittatore mediorientale che all’età di 16 anni è scappato di casa perché la vita nel suo paese gli era insopportabile, principalmente a causa delle violenze perpetrate dal padre sul suo popolo ma, anche, sui suoi stessi figli. D’altronde essere il figlio di un dittatore non deve essere facile.

Quale paese, vi state chiedendo? Un paese inventato che si chiama Abbudin, nel quale la dittatura resiste nonostante tutto intorno vi sia il caos. E sono proprio le parole del vecchio dittatore che ci fanno capire quanto la serie sia ancorata al reale: “Saddam e Gheddafi sono morti, Mubarak è sotto processo, Bel Ali è in esilio”, racconta l’uomo passeggiando sotto il portico di casa con il figlio. Il paese è immaginario, ma i colori e le bandiere che ci mostrano durante un comizio sono una sorta di misto tra quella palestinese e quella siriana. Sarà un caso?

Tutta questa pippa per dire che Tyrant è una cagata pazzesca.

Ad Abbudin tutti parlano inglese con il tipico accento del kebabbaro sotto casa. Anche i discorsi del dittatore alla nazione, per dire, sono in inglese.

Bassam vive in California, ha una bellissima moglie (bionda, of course), fa il pediatra (perché lui vuole aiutare il prossimo per lavarsi dal suo peccato originale) e ha due figli, una ragazza e un ragazzo, quest’ultimo (chiaramente) gay; del resto è il prodotto della società libera e democratica.

Dopo 19 anni lontano dalla famiglia Barry accetta di tornare a casa per il matrimonio del nipote, il figlio del fratello maggiore, Jamal, che è stato allevato per essere il successore di papà dittatore.

La sofferenza di Barry/Bassam ci viene resa nota attraverso i continui flashback sulla sua infanzia, quando il padre, con grande severità e violenza, portava i figli in giro per il paese obbligandoli a fare cose alquanto truci (ad esempio uccidere i ribelli con un colpo di pistola in testa).

Barry torna quindi con la famiglia ad Abuddin, ma lo shock di civilizzazioni è molto forte. Vengono invitati nella reggia, che è esattamente come vi immaginate la casa di un dittatore mediorientale, ma all'allegra famigliola non ci sta, così vanno a dormire in un hotel a 3 stelle (o magari 4), per protesta. Tiè. 

Poi, durante l’addio al celibato del nipote, che si svolge in una sauna (?) – mentre il figlio di Barry ammicca ad un giovane in accappatoio, in un paese dove l’omosessualità forse non è così ben vista – il protagonista viene obbligato dal fratello ad assistere al pestaggio di un informatore legato ai ribelli (sì, ci sono i ribelli, ovviamente). Ma Barry riesce a fermare Jamal suggerendogli di invitare l'informatore al matrimonio. "Per aiutare la pacificazione". Jamal accetta. Morale: bastano due minuti in una sauna a smontare una dittatura.

Jamal, il fratello di Barry, è una persona chiaramente disturbata e con evidenti problemi sessuali, tanto che al matrimonio del figlio pensa bene di "verificare" la verginità della nuora (sverginandola, e vabbè). La cosa dovrebbe lasciare lo spettatore intrigato e stupito, la mia reazione è stata uno sbadiglio. 

Alla fine del pilot, Barry è sul punto di lasciare Abbudin, ma succede qualcosa che lo obbliga a restare. Tadaaa. 

La visione geopolitica di Tyrant, sempre a giudicare dall'episodio zero, è a dir poco semplicistica - non che Homeland sia un trattato di politica mediorientale, anzi - ma il nuovo prodotto va a finire dove neanche Homeland, nei suoi momenti più ingenui, era arrivato.

La serie è costata circa 3 milioni di euro a episodio (per ora ne sono usciti tre) ed è stata girata tra Israele e il Marocco. Se, come me, pensavate di trovare un Homeland 2.0, temo resterete delusi. 


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