Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino

par Doriana Goracci
venerdì 8 novembre 2019

Quando nelle estati degli anni '80 e nei primi anni '90 portavamo i figli con mio marito, Silvia e Federico, da Roma a Taranto, alla scuola vela... non ci siamo mai posti alcun problema ambientale, eppure l'Ilva c'era già, a Taranto.

“Lupi di mare” si chiama adesso l'iniziativa ideata e promossa dal CONI Taranto con la collaborazione dalla Lega Navale Italiana – Sezione di Taranto e con il contributo di Camera di Commercio ed INTERFIDI riservata ai ragazzi della 4^ e 5^ classe della Scuola Primaria e 1^, 2^ e 3^ classe della Scuola Media Inferiore. Andare a vela significa rispetto e amore per l'ambiente, crescita di conoscenza anche culturale.
Oggi potrei essere una nonna e non so, se per fortuna o meno, non lo sono, in questi giorni ripenso ai piccoli e grandi malati di tumore, alle lotte dei tarantini a far valere la salute.

 A febbraio del 2019 erano migliaia in strada per Giorgio Di Ponzio, 15enne morto a causa di un sarcoma contro il quale lottò per tre anni, e scesero in strada per partecipare alla 'Fiaccolata per i nostri angeli' organizzata dall'associazione dei "Genitori tarantini in memoria dei bimbi morti per il cancro e per le malattie connesse all'inquinamento" In uno degli striscioni comparve la scritta: "Tutto l'acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino".

Oggi, che i miei figli hanno entrambi lavoro in Francia, che io abito non più a Roma ma nella Tuscia viterbese, mio marito per parecchi mesi dell'anno, ormai in pensione come me, in una barca a vela in Grecia... potrei stare tranquilla: alla fine dei conti che succede se l'Ilva riparte o rimarrà preistoria industriale? A me che me ne importa?

A marzo del 2019 vedo un video: Ex Ilva, sit-in delle mamme di Taranto: "Chiudete l'Ilva, no le scuole!"

Ecco oggi cosa mi importa.

 

Anche se la faccio lunga, vi spiego perchè ho messo una certa foto a questo post-articolo, copiando il testo di una iniziativa per strada a luglio del 2019, prima dello scoppio di questa guerra: "All’alba di questo giorno, in Città vecchia, un gruppo di musicisti capitanati dal violino del maestro Francesco Greco ha salutato in musica il sorgere del sole. Un evento tanto bello quanto inusuale, per la nostra comunità. Noi eravamo lì, in attesa che il concerto finisse, che i musicisti venissero premiati dall’applauso finale dei presenti, per il rispetto che sempre si deve agli artisti. Poi, abbiamo presentato le nostre croci e srotolato lo striscione che vuole ricordare a tutti che “tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino”. Un ulteriore atto di accusa verso le Istituzioni di tutti i livelli, colpevoli dello scempio insopportabile a carico del nostro territorio e delle nostre vite. Dal Governo nazionale che ancora pone il P.I.L. al di sopra della salute, fino al Governo cittadino, cieco (e quindi complice) di fronte alle offese perpetrate all’ambiente e alla vita stessa. A distanza di nove mesi dalla consegna al Sindaco delle firme raccolte dalle associazioni “Genitori tarantini” e “LiberiAmo Taranto”, siamo ancora in attesa di quella risposta che ci era dovuta entro sessanta giorni. A questo si aggiunga la promessa, anche questa disattesa, della Commissione Ambiente di invitare nostri rappresentanti ad un consiglio monotematico sul tema. Quando un diritto che la Costituzione italiana dichiara “fondamentale” diviene un’emergenza per colpa dei Governi, siamo di fronte allamorte di una Repubblica democratica.Vorremmo parlare esclusivamente della sublime bellezza di Taranto, delle sue albe e dei suoi tramonti. Vorremmo davvero farlo, ma non possiamo chiudere gli occhi davanti alle enormi ingiustizie che i tarantini subiscono ogni giorno, da oltre mezzo secolo. Questa alba tarantinaabbiamo voluto dedicarla ai piccoli angeli vittime dell’inquinamento industriale. Ci sono albe e ci sono tramonti incredibilmente affascinanti. E ci sono, poi, tramonti che lasciano nel cuore una notte senza fine. Tramonti che non avremmo mai voluto vivere, ma che si ripresenteranno grazie alla spietata crudeltà propria degli infami.Associazione Genitori tarantini – Ets."

E mi torna alla mente una canzone che diceva: "Ma ti ricordi com'era bella, Taranto dal treno? il mar piccolo, le barche, le scritte sui muri anche se erano solo le dieci sembrava d'essere al tramonto, il tramonto infermo di una intera civiltà".

Doriana Goracci

 


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