Tutti i limiti di Marchionne

par Phastidio
lunedì 25 ottobre 2010

“Senza l’Italia faremmo meglio”, ha dichiarato Sergio Marchionne da Fabio Fazio, a conferma che l’Italia è quel bizzarro paese dove si fa “politica” (in senso molto lato, e per ciò stesso altrettanto importante) nelle trasmissioni televisive. “Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell’utile operativo previsto per il 2010″ viene dall’Italia. Marchionne sostiene che le fabbriche italiane producono in perdita, e non c’è motivo di non credergli.

Il tentativo del globetrotter canadese-abruzzese di modernizzare le relazioni industriali di questo paese è encomiabile e titanico. Sappiamo anche che non è colpa degli operai, come ha dichiarato lo stesso Marchionne. In effetti non è colpa degli operai se questo paese ha una dotazione infrastrutturale ridicola, una giustizia civile da terzo mondo, oneri impropri da burocrazia di fattura medievale. Ed allo stesso modo, vediamo piuttosto difficile compensare questi handicap strutturali rimodulando i turni ed i riposi, anche se pare che ciò vada comunque fatto. Il nostro terrore è che l’Italia abbia una classe dirigente (in senso lato, non parliamo di Marchionne) che continua a reiterare slogan salvifici di fronte ad una realtà maledettamente complessa, e che finirà con lo schiacciarci tutti mentre verremo accusati di non comprenderla.

Ma non è che, perdite degli impianti italiani a parte, l’utile operativo di Fiat Group viene in larghissima parte da Case New Holland e Iveco (che pure hanno impianti in Italia) mentre l’automotive lavora su modelli a basso margine di contribuzione, e per ciò stesso condannati ad essere assai poco remunerativi, men che meno quando si hanno impianti che hanno un breakeven troppo alto? E Marchionne certamente sa che Fiat, dei grandi costruttori globali, è di fatto l’unico a non aver in programma il lancio di nuovi modelli o restyling importanti. Strategia deliberata, si dice, in attesa che la crisi finisca e per non bruciare munizioni. Sarà. Ma nel frattempo sarebbe opportuno cercare di capire quali sono le effettive fonti di perdita per Fiat. Ferme restando le colpe di un sistema-paese a cui il destino cinico e baro sta presentando il conto.

Anche se continuiamo a non capire (o forse capiamo anche troppo bene) perché un gruppo che nel 2009 aveva un rosso di bilancio consolidato è tornato a pagare un dividendo. Ma per favore, caro Marchionne, non dica che lei è un metalmeccanico. Quanti altri suoi colleghi tute blu siedono nel board di UBS?


Leggi l'articolo completo e i commenti