Trionfalismo fuori luogo

par Pere Duchesne
lunedì 27 giugno 2011

Stando ai numeri alle ultime amministrative hanno vinto, e largamente, i non votanti.

Il ribaltone purtroppo lo si sta attendendo dalla Lega, come nel 1994, per l’incapacità della sinistra di preovocarlo. E se si andrà al voto, ci si andrà con l’attuale vergognosa legge, che tale è sentita dalla gente, ma non dai partiti, nessuno escluso, che in tal modo hanno la possibilità di scegliere i candidati secondo le alchimie clientelari e di avere un reale potere di scelta sulle persone.

Ma la parte meno trionfalistica della sinistra ha un certo timore di andare a elezioni politiche, perché ha capito di non avere alcun potere di attrazione sulla gente che non vuole più votare questa destra, ma ancor meno vuole votare questa sinistra.

Il nocciolo della questione sta proprio nel recuperare i non votanti: di fronte ad una destra cialtrona, affaristica, clientelare (tanto per usare gli aggettivi più leggeri) sarebbe necessario presentare una sinistra attraente, non altrettanto affaristica e clientelare, e soprattutto, non allo sbando, senza un minimo di leadership decente. Il quadro è sconfortante. A sinistra della sinistra vi sono vari masanielli, Vendola, Grillo, Di Pietro, i rimasugli di Rifondazione e soci, ognuno con la propria fazione, ben decisa a mantenerla per contrattare in caso di vittoria. Più a destra il PD storico, con una serie di personaggi ormai francamente improponibili, tutti con un minimo di sei o sette legislature, e mi sembra inutile fare i nomi che tutti ben conosciamo, la cui unica reale occupazione sembra ormai quella di essere in TV. Questa gente va mandata tutta a casa, a godersi le lautissime pensioni, non si devono più presentare personaggi con più di tre legislature, se si vuole avere un minimo di credibilità sulla cialtroneria della destra. I nuovi avranno magari meno esperienza, ma certamente non potranno fare peggio dei vecchi, anche volendo. E più a destra ancora, abbiamo personaggi di cui mi pare che la signorina Bindi sia l’esempio peggiore: una democristiana verace, e tale rimasta, passata a sinistra!! E se il signor Bersani è il nostro leader, il cielo ci aiuti: non ha, o almeno non dimostra, un minimo di coerenza, segue sempre l’onda: era a favore della privatizzazione dell’acqua (vedi il buon articolo di Stella sul Corriere di qualche settimana fa), ma al referendum dice di votare SI.

E’ per la TAV, no, è contro, ma forse no o forse si. Ha idee chiarissime sulle alleanze, passando per Vendola, Di Pietro, Casini, e persino Fini e Bocchino (proprio loro, gli ex-fascisti, e si continua a celebrare la Resistenza), ed ora spera anche nella Lega. Non è con questi personaggi che si vinceranno le elezioni, e nemmeno rispolverando quelli che sono rottami (politici, sia chiaro) come Prodi, rottamato proprio dalla stessa sinistra.

Il tragico che si arriverà ad una specie di Ulivo, con tutti dentro, per poi iniziare subito a litigare, proprio quando arrivaranno alla resa dei conti i problemi economici, come per la Grecia: occorrerà prendere decisioni anche impopolari, ma come si farà con certi alleati, cresciuti politicamente nella mentalità del “salario variabile indipendente”? come si potrà fare con le frange anarchico-nazifasciste finora corteggiate?

C’è solo una strada: presentare tutte realmente facce nuove, chiedendo alla gente, con tutta umiltà, di voler provare a costruire qualcosa di nuovo, tutti insieme, dando un taglio netto al passato politico affaristico. Per prima cosa si deve proporre “seriamente” la riduzione delle spese per il sistema politico attuale, l’eliminazione dalla liste di personaggi equivoci o anche solamente con doppo o tripli incarichi, e questo come prova di buona volontà per la presentazione di un programma politico chiaro e semplice, per il quale non siano necessarie oltre 200 pagine. Ma ho paura che con questa gente,ci ritroveremo di nuovo con la destra al governo, e forse addirittura con Berlusconi, se non lo fanno fuori i suoi.


Leggi l'articolo completo e i commenti