Tremonti mente sapendo di mentire
par Paolo Borrello
martedì 26 aprile 2011
All'Italia serve “un piano più ambizioso e rivedere le politiche economiche e sociali del Governo, visto che finora si sono dimostrate inadeguate e insufficienti per affrontare la crisi ma anche incapaci di promuovere crescita e produttività di sistema”. A scriverlo, in un documento diffuso in vista dello sciopero generale del 6 maggio, è la Cgil, che attacca il ministro dell'Economia: “Tremonti mente sapendo di mentire, camuffa i conti pubblici, consola gli italiani dicendo che ci sono altri Paesi che stanno peggio di noi, i suoi collaboratori sbagliano anche le previsioni sull'inflazione e, soprattutto il ministero dell’Economia, nasconde l'arrivo di manovre finanziarie dell'ordine dei 35-40 miliardi di euro per permettere all'Italia di rimanere in Europa secondo il nuovo Patto di stabilità che include il debito (e non più solo il deficit) nei parametri. Ma il trucco del ministro - prosegue la Cgil - è evidente: Tremonti tranquillizza perchè vuole scaricare tutto il peso della manovra sulla prossima legislatura”. Da un lato, sostiene la Cgil, “il Documento di Economia e Finanza e, in particolare, il Piano Nazionale di Riforme presentati dal Governo non assumono la necessità centrale per il nostro Paese, quella della crescita”. Dall'altro sul debito pubblico italiano incombe fin da ora il nuovo Patto di Stabilità e Crescita, che rischia di costare all'Italia una pesante manovra finanziaria ogni anno per 20 anni. “Rispetto al Patto precedente, accanto alla soglia del deficit (3% del Pil) il Consiglio Europeo sta per approvare l'introduzione di un ulteriore criterio vincolante per il debito pubblico, che dovrà convergere, a partire presumibilmente dal 2015, al di sotto del 60% del Pil. La violazione di uno dei due requisiti comporta l'apertura di una procedura d'infrazione”.
La Cgil ricorda quindi che “la proposta impone ai Paesi che oltrepassano il limite del debito di ridurlo ogni anno di un ventesimo dalla distanza che li separa dall'obiettivo. Secondo le previsioni più accreditate - continua - il Pil nel 2014 sarà pari a circa 1.800 miliardi di euro: se il debito dovesse attestarsi tra il 115% e il 120% come ora, per arrivare alla soglia del 60% bisognerebbe ridurre il peso sul Pil di un altrettanto 60% che, con un ritmo di un ventesimo l'anno, a prezzi costanti, significa oltre 40 miliardi ogni anno”. In audizione Tremonti ha sostenuto che “la correzione dei conti pubblici sarà dello 0,5% per due anni, nel biennio 2013-2014, precisando che tutto dipenderà dall'andamento dell'economia”, scrive ancora la Cgil, ma - prosegue - è “evidente che così il Governo nasconde i conti veri. Il ministro parla d'altro e non risponde all'accusa, proveniente da più parti, di non fare nulla per la crescita, scegliendo deliberatamente di rimandare gli interventi correttivi al 2013-2014. Non si capisce se questa scelta sia più improntata da un cinico opportunismo di chi scarica ad altri la responsabilità della correzione o il disagio manifesto di una maggioranza che rappresenta la sua incapacità di operare politiche che dovrebbero, assumendo un dato di realtà, ribaltare le proprie logiche di propaganda e di galleggiamento”.