Tre mesi di sospensione a Feltri. AbbandonerĂ  anche lui la nave che affonda?

par Giovanni Mistero
venerdì 12 novembre 2010

Se lo doveva aspettare. Anzi a dire la verità Vittorio Feltri se l’aspettava senza dubbio questa sospensione per tre mesi dall’Ordine dei Giornalisti. Una pena ridotta (da sei a tre mesi) commutatagli a causa dell'ormai noto affare Boffo che portò alle dimissioni il direttore dell’Avvenire, accusato in un’inchiesta/dossier fatta da Il Giornale di "aver esercitato pressioni moleste su una donna, al fine di indurla a lasciare il compagno" nonché di essere "noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato". Una condanna che sembra piuttosto simbolica e che viene quando ormai da un mese Feltri ha abbandonato la carica di Direttore del Giornale – lasciandola ad Alessandro Sallusti – per quella più defilata (si fa per dire) di direttore editoriale. "Non mi aspettavo niente di meglio" dice in un'intervista uscita questa mattina su Libero. Convince poco, invece, la prima pagina de Il Giornale di oggi che recita “Imbavagliato Feltri” e convince ancora meno dopo aver letto l’intervista che Luca Telese ha fatto ieri proprio a Feltri sul Fatto Quotidiano.

Una lettura interessante che dà l’immagine di quello che sta succedendo, come hanno detto alcuni, in questi ultimi giorni di regno berlusconiano (un Berlusconi che fugge dalle domande dei giornalisti al termine del G20 svoltosi a Seoul, nonostante una sala stampa già prenotata dall’ambasciata italiana).
 
Se Sallusti comincia il suo editoriale odierno con un “Siamo tutti Vittorio Feltri”, beh a leggere l’intervista non sembra che i rapporti siano proprio idilliaci. E’ lui, dice Feltri, ad avergli portato la notizia sui rapporti omosessuali (poi rivelatisi un falso) di Boffo, e sempre il direttore del Giornale portò sulla sua scrivania la foto di Veronica Lario col seno da fuori, uscita proprio il giorno dopo le critiche dell’ex moglie del Premier, col titolo “Velina ingrata” (titolo scritto dallo stesso Feltri e di cui non si pente). Lo stesso Sallusti, sempre stando alle parole dell’ex direttore del Giornale, portò la notizia della relazione tra Veronica Lario e il suo bodyguard. Quello che ne viene fuori è un rapporto strano tra i due, ben sintetizzato da una domanda di Telese che sottolinea il differente atteggiamento dei due giornalisti: “Sallusti pensa che si debba fare quadrato, tu che vada difesa la libertà?” Risposta: “Messa così… sì. Me l’hai fatto notare tu”.
 
Ma è il clima ad essere caldo. Sembra che Feltri stia pensando a un altro giornale, ma soprattutto sembra che stia lentamente e in punta di piedi abbandonando la nave che affonda (se mai affonderà). Prima di tutto Berlusconi non doveva andare a Casoria (al compleanno di Noemi Letizia ndr) perché “danneggia la sua politica! Tanta gente di destra dice: una volta sì, le altre no! Lo trova strano e sconveniente, pensa: adesso mi sono rotto le balle, di tutte le veline di Berlusconi” e poi “di sicuro è stanco, confuso. Non ha fatto tante cose che doveva fare (...). Le liberalizzazioni. Le province, che sono ancora lì. L’abolizione del valore legale del titolo di studio. Le pensioni… Le tasse non poteva tagliarle ora che c’è la crisi, ma nel 2008. E nel 2001?
 
Ovviamente ora che è stato condannato Feltri si (ri)comincia (a destra) a gridare contro l’Ordine dei Giornalisti. Tocca a Cicchitto: “Da anni sostengo la necessità di abolire l'Ordine dei Giornalisti. La vicenda di Vittorio Feltri, con una condanna-bavaglio di 3 mesi è l'esempio di come gli Ordini, oltre ad essere corporativi, siano spesso politici e politicizzati”. Insomma le solite cose. Chi sentenzia contro gli amici è politicizzato, da abolire (che poi l’Ordine in sé lo sia davvero, è un altro paio di maniche), comunista, magari... Attenzione, però, a non finire attenzionato.

Leggi l'articolo completo e i commenti