Tragedia norvegese: la stampa italiana è anticlericale?

par Giuseppe Caglioti
lunedì 25 luglio 2011

I fatti di Oslo e dintorni hanno segnato il passo di uno dei paesi più civili e più sociologicamente evoluti del mondo, ed è inutile dire che la tristezza pervade ogni fibra del nostro essere per tale sconcertante inaudito evento. Tuttavia, aldilà del fatto in sé, ciò che ha colto di sorpresa è stato l’accanimento di certa stampa ritenuta tra l’altro obiettiva ed autorevole nel voler descrivere il killer dei “fatti di Oslo” quasi fosse un mujaheddin di Cristo, uno votato alla jihad cristiana in nome del cattolicesimo o del protestantesimo. Un crociato. Niente di più inauditamente e pericolosamente falso. Queste titolature hanno tra l’altro scatenato commenti anticattolici, anticristiani, anticlericali, “urla” becere e razziste, di un’intolleranza spaventosa, che istigano per giunta all’odio religioso. E proprio quando ci si aspetta da parte di chi è più autorevole una parola che inviti alla riflessione e alla ricerca della verità, ecco che invece si fa spazio la non-professionalità, la voglia di rivalersi su una parte della società che a qualcuno sembra andare stretta.

Premettendo che questo articolo non è a difesa di nessun integralismo né di qualunque comportamento lesivo della libertà e dignità dell’altro, intendo qui portare all’attenzione dei lettori fatti di inaudita mancanza di professionalità, nonché di delicatezza e responsabilità, seguiti da “atteggiamenti” pericolosi e da non sottovalutare.

Non commentando affatto i titoli di sabato di Libero e Il Giornale - perché certa gente, quando scrive e parla, si classifica da sola - che dapprima avevano accusato gli integralisti islamici, senza neanche degnarsi di verificare le fonti, e senza nemmeno fare le dovute scuse dopo il clamoroso becero errore, i titoli che sabato erano visibili sulle testate on-line di Repubblica e Il Fatto Quotidiano, anche se virgolettati, in alcuni casi riportavano titolature tipo “Il killer è fondamentalista cristiano” oppure “è cristiano fondamentalista”.

Domenica, sembra che Il FQ abbia desistito dal continuare con questi titoli, Repubblica invece ha continuato con parole come “crociata” e simili. Non ci sono parole! Da premettere che l’assassino di Oslo sembra essere “solo” un killer con pericolose idee massoniche e guerresche, con il mito dei templari, con qualche richiamo a qualche videogame a dir poco malsano. Come si fa ad etichettare come “fondamentalista cristiano” un sedicente cristiano, senza verificare se alla base dei suoi atti criminosi ci sia stata ispirazione da parte di qualche gruppo veramente legato al mondo dell’integralismo cristiano? Una cosa è dire “neonazistoide xenofobo, squilibrato e nichilista”, un’altra “integralista cristiano”. Le due cose avrebbero potuto essere correlate se tale individuo fosse stato indottrinato in una chiesa o in una madrasa “cristiana” - proprio come si farebbe con un terrorista integralista islamico - da un prete cattolico o pastore protestante che si fosse atteggiato ad “imam”, ma questa circostanza pare che manchi del tutto, e, a quanto sembra, nessuno si è degnato di verificarlo. Repubblica e Il Fatto Quotidiano “l’hanno fatta letteralmente di fuori” senza contare l’ondata di odio anticristiano, anticlericale, anticattolico, antireligioso tout court che si è scatenata tra molti loro lettori, cosa tra l’altro visibile in tutti i commenti ai link degli articoli sui loro siti e sui social forum come Facebook. Ho però apprezzato il comprensibile “dietrofront editoriale” della redazione de Il FQ nei titoli, dato che il killer non è affatto un integralista cristiano - anche se in alcuni casi questi ultimi possono essere anche peggiori – ma un semplice killer esaltato con evidenti e gravi psicopatie. Repubblica, invece, ha continuato a mettere in mezzo l’aggettivo “cristiano” quando invece i cristiani e il cristianesimo non c’entrano affatto. Qualcuno potrà dire: “Ma quanto la fai lunga!”

Amici miei, un conto è che alcune cose si dicano al bancone del bar o alla cassa della tabaccheria, un conto su un organo d’informazione. Le parole sono pietre!

Cito alcuni link e commenti presi dalla Facebook; un link a nome del cosiddetto ‘Popolo viola’ dice: “Ebbene sì, l'attentatore è un fondamentalista cristiano. Speriamo vivamente che adesso non bombardino il Vaticano”; ”; poi uno tra i tanti commenta:  ...si, bombardiamo pure il vaticano  ; o S.L. che dice“ ma i cristiani non porgono l'altra guancia? non sono quelli dell'amore eterno?” o ancora quest’altro gioiello di civiltà, guardate cosa ha scritto: “Cattolici e Prostestanti diciamo cosi sono due biforcazioni del Cristianesimo... Indi per cui fanno c****e abbastanza entrambi, dimostrando già storicamente che gli estremisti non sono solo gli Islamici (anche la loro religione fa c****e)”. Commenti del genere si contano a centinaia; alcuni non riportabili per volgarità e sconcezze. In più in alcuni post ad alcuni link sono state lanciati pesanti insulti razzisti, anticristiani, offensivi e lesivi della persona a Magdi Hallam. Pensate cosa può scatenare un semplice titolo!

Cosa c’entrano il cristianesimo tout court o il Vaticano con un fatto del genere? Pensate che responsabilità hanno questi giornalistucoli nello scatenare certi sentimenti. Che vorrà dire tutto ciò?

Beh, innanzitutto, che c’è - a parer mio - in certi ambienti editoriali un sentimento pseudo-laicista e apertamente anticlericale e infine - perché no? - anticristiano. E questi pennivendoli ci marciano sopra. Sembra che ci sia il disperato bisogno di dare ad un certo astio anticlericale e lesivo del rispetto religioso la possibilità di presentare le chiese cristiane come madrase o moschee integraliste. Da premettere che all’estero in pochi o nessuno hanno parlato di integralismo cristiano nel vero senso della parola.

Sono veramente dispiaciuto che così grandi organi di informazione sbaglino così clamorosamente, ed in modo imperterrito per giunta. Per di più, fare giornalismo è una cosa seria e di immensa responsabilità. E i commenti che ho citato lo dimostrano. E’ triste che si usi una tragedia così immane per vendere giornali e per appagare la voglia dei propri lettori di sentire quello che vorrebbero sentire, e per di più cose false.

Ancora una volta vediamo l’altra faccia della medaglia: da un lato abbiamo i servetti che stravedono per il loro idolo, loro signore e padrone, dall’altro quelli che credono di essere i paladini della pseudo-laicità della Stato e delle libertà individuali - a modo loro. Nondimeno, nonostante io non legga giornali di destra, urge essere altrettanto critici verso i cosiddetti giornali obiettivi e 'non allineati'. A mio parere l’integralismo cristiano è un fenomeno che ha molti aspetti variegati e pericolosi allo stesso tempo, ma definire “integralista cristiano” un indefinito “terrorista iperesaltato” è stata una cosa dettata da grande mancanza di professionalità velata di palese pregiudizio, anticattolico e anticlericale. Ma il Cristianesimo, mi dispiace per questi signori che non lo sanno, non è solo la cattolica Italia, ma 2mila anni di storia di pensieri, correnti, denominazioni e grandi complessità che questi poveretti completamente ignorano. Dare notizie è una cosa seria che scatena reazioni appassionate, alle volte anche spropositate e anche pericolose. Bisogna avere una certa dose di responsabilità, circa la quale certi superintellettuali del giornalismo di sinistra sono ampiamente carenti.

Quanto sta succedendo sia di lezione!


Leggi l'articolo completo e i commenti