Tra pirati, perdite di lavoro, incidenti ed ingiustizie

par Oceanus Atlanticus
mercoledì 20 maggio 2009

Sul mare il quadro non si presenta tanto confortante neanche per il marittimo italiano..

Da wikipedia leggiamo:
Per tutti gli anni 1980 e buona parte degli anni 1990 l’armamento italiano ha puntato, per motivi essenzialmente economici, all’utilizzo di forza lavoro straniera a bordo delle proprie navi mercantili, finendo così da un lato per trascurare la lunga tradizione marinara italiana, dall’altro per chiudere le porte e disincentivare all’accesso delle professioni marittime le giovani generazioni nazionali.

Invece dai marittimi apprendiamo che questa situazione non si è fermata agli anni ’90, ma continua ancora oggi con armatori che affermano di non trovare marittimi italiani e marittimi che non trovano imbarchi.


Causa anche questo stato di cose i marittimi italiani furono costretti ad istituire un loro sindacato, e nel gennaio 2007 nasceva il SDM il primo sindacato italiano composto esclusivamente da marittimi. Nel web fu aperto un forum da dove partivano e partono tuttora pubbliche denunce contro soprusi e manovre apparentemente poco chiare.

Alcuni armatori pensarono immediatamente di fermare questo sindacato bloccandogli le mail che inviava ai marittimi sociali. La mossa non portò frutti, anzi fece l’effetto opposto inasprendo il confronto tra marittimi ed armatori.

I marittimi divennero più caparbi di prima, alcuni di essi lasciarono momentaneamente il mare per lottare a fianco del SDM...Il loro motto divenne: "Più umanità sul mare".

Mentre la lotta continua i problemi si acutizzano, grazie anche alla presenza dei pirati somali nelle cui mani attualmente vi sono i diceci marittimi del "Buccaneer".

Uno dei punti principali, su cui la lotta degli uomini di mare del SDM è imperniata, è l’affaticamento sulle navi, che porta ad un aumento di incidenti, e per il quale, attualmente, non sembra si voglia trovare una definitiva e giusta soluzione.


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