Viaggio tra i poveri alla mensa della Caritas
par Angela Iantosca
giovedì 12 gennaio 2012
La Regione Lazio stanzia 10milioni di euro per combattere la povertà. Intanto le mense della Caritas si popolano di nuovi poveri e Roma sempre più registra un crescente disagio sociale, tra affitti in aumento ed usura. Per fortuna che ci sono i volontari...
Attendono con impazienza quella data. Perché finalmente anche per loro sarà un giorno diverso. Qualcuno non lo sa che è festa in tutte le case del mondo, ma sente che c’è trepidazione, che i preparativi fervono e che loro saranno i protagonisti. Hanno voglia di raccontarsi. Di essere ascoltati. E poi di abbracciare e di essere abbracciati. Di ricevere sorrisi. Di stare con ragazzi giovani, per sentirsi ancora una volta giovani. Di confondersi tra gli altri. Di essere, per una sera, come tutti. Sono in tanti. E continuano ad aumentare. Sono i nullatenenti, quelli che non arrivano a fine mese. E che, sempre più spesso, non riescono neanche a cominciarlo. Sono anziani abbandonati.
Barboni per scelta. Clochard per forza. Sono padri e madri di famiglia dimenticati troppo presto dai figli. Sono nonni, fratelli, zii, cugini che non sanno più di avere una famiglia o che forse non l’hanno mai avuta. Ma per loro – solo per i più fortunati – ogni giorno si aprono le porte dei cuori generosi, di chi decide di regalare il proprio tempo libero.
Basta andare ad una delle numerose mense della Caritas di Roma per conoscerli e scoprire che sono lì per i motivi più disparati: per la perdita del lavoro, per una crisi familiare, per la provenienza da contesti difficili, per le richieste di una società sempre più competitiva ed aggressiva che in soggetti non ben attrezzati culturalmente e psicologicamente può portare o a delinquere o a lasciarsi sopraffare.
Sono italiani, in crescita come numero e sempre più giovani di età, e sono stranieri: per loro la disperazione di aver visto infranto il sogno di una vita diversa, le difficoltà legate alla lingua, alla cultura così lontana dal loro sentire, alla situazione di partenza già compromessa. Molti in patria hanno avuto problemi con la giustizia, hanno vissuto guerre, discriminazioni politiche. E in Italia hanno trovato, se possibile, anche di peggio. Avevano tutto e hanno perso tutto. Non avevano niente e continuano a raccogliere disperazione.
Una notte speciale
Per la notte di Capodanno, al Centro accoglienza Caritas Santa Giacinta di via Casilina Vecchia, munito anche di mensa, le responsabili hanno allestito per gli 87 ospiti una serata all’insegna del divertimento. C’è Angelo che si occuperà della parte musicale, c’è un gruppo di giovani che ogni anno viene in questo periodo da Mantova per intrattenere con il gioco della Tombola e distribuire i premi, ci sono i volontari ed io con loro. C’è un gruppo di amici che ha deciso di disertare feste ed alcol e di condividere la mezzanotte con chi ha bisogno. Ci sono coppie. Ci sono i volontari per una notte e quelli che danno un sostegno regolarmente. Alcuni apparecchiano. Altri tagliano pandori e panettoni. Qualcun altro organizza i piatti.
Prima dell’arrivo degli ospiti deve essere tutto pronto. E poi la catena di montaggio potrà partire senza mai incepparsi. Sono le 18,30 quando le porte vengono aperte. Qualcuno per l’occasione ha indossato il suo abito migliore. Qualcuno ha pensato di cambiarsi in un secondo momento. Si accomodano e cominciano a mangiare. Fino alle 20,30 è un via vai. Nunzio, tuta blu, giaccone abbinato e sorriso sempre pronto ad aprirsi sul volto, prende il microfono e ringrazia le operatrici e i volontari. Qualcuno si dice soddisfatto. Ma la serata è solo all’inizio.
Una volta sparecchiato è tempo di giocare con loro. Non stanno nella pelle e gioiscono nel ricevere i premi della tombola. Anthony, occhiali, giubbotto blu e cappello in testa, vince saponette, guanti, calzini pesanti e alla fine una borsa che può contenere tutto. Cose utili che lo rendono felice. Vilma, di origine brasiliana, ha vinto due portafogli: in cambio di una saponetta ne cede uno. Carmelina, 70 anni e la verve di una ragazzina, regala a Vilma le calze per vederla sorridere. Sono disperati, non hanno nulla.
Hanno anche disimparato a ricevere qualcosa in regalo. Vilma non si capacita di tutti i regali. A stento pronuncia parole in italiano, facciamo fatica a capirla. Ci guarda, ci sorride, ci ringrazia mettendosi una mano sul cuore. Vuole dare a noi i suoi premi. Lei non sa cosa farci. Non sa che un regalo è un regalo: è qualcosa di inaspettato, da accettare, da consumare, senza dover dare niente in cambio. Ma lei non sa che il suo sorriso è il regalo più grande. Quando comincia la musica, non resistono. Anche chi cammina aiutandosi con le stampelle scende in pista. Una coppia “decaduta” fa fatica ad amalgamarsi. Li osservo: dietro i loro occhi tanta amarezza e quasi l’impossibilità di accettare di essere anche loro lì, ultimi tra gli ultimi.
Quando esco dalla mensa è mezzanotte passata. Abbiamo brindato, cantato, mangiato le lenticchie e il cotechino, ci siamo abbracciati e con emozione abbiamo osservato i fuochi d’artificio illuminare la notte: estranei eppure uniti per la vita.
Fuori la mensa ragazzi ubriachi urlano, scherzano, sparano i botti, corrono verso le discoteche in cerca di divertimento. Nelle stesse ore un uomo è morto per aver fatto esplodere la sua abitazione. Capodanni diversi.
Esercito di poveri
Roma, secondo l'ultimo rapporto sulla povertà presentato lo scorso giugno dalla Comunità di Sant'Egidio, è la città italiana con i maggiori problemi sociali.
Se la casa è un problema in tutto il Paese, dal momento che sono 5 milioni le case sfitte e il 40% degli affitti è in nero, Roma ha il record degli sfratti (1 famiglia su 191), per lo più per morosità. Tra i motivi? Le spese di affitto sono salite in pochi anni del 160% tanto da rendere la Capitale, per costo delle case in affitto, seconda solo a Venezia. Record anche per le case sotto sequestro o pignorate (+18%) e per quelle vuote (circa 50.000). Ma nella Capitale risiede anche il più alto numero di cittadini in sofferenza bancaria (12,2% contro il 2,8% del dato nazionale) e il maggior numero di famiglie in attesa di un alloggio di edilizia residenziale pubblica (29.302).
Usura che genera povertà
Secondo il rapporto, il Lazio e in particolare la zona di Roma continua ad essere tra le zone d’Italia più esposte all’usura.
Nonostante siano pochissime le denunce, sembra che i commercianti vittime di usurai siano stati in un anno non meno di 28.000. Da sottolineare come la figura del “cravattaro” sia stata affiancata da strutture più grandi, incluse le grandi organizzazioni mafiose o legate ai clan familiari.
Senza dimora
La Comunità di Sant'Egidio parla di circa 6mila persone senza dimora su tutto il territorio cittadino. Di queste, trovano accoglienza presso i centri comunali o di associazioni di volontariato circa 2.700 persone (1.500 in parrocchie, associazioni religiose; 1.200 in centri convenzionati con il Comune, di cui circa 600 attivi solo per l'emergenza freddo).
Regione Lazio: 10 milioni di euro contro la povertà
A fine dicembre è stato approvato dalla Giunta Regionale del Lazio un piano contro la povertà da 10 milioni di euro. Il piano è destinato alle azioni di contrasto alla povertà e a rafforzare l'assistenza per le fasce sociali svantaggiate.
I 10 milioni di euro supporteranno le 18 associazioni di volontariato che hanno collaborato alla stesura del documento e sono così ripartiti: oltre 3,6 milioni di euro per programmi a sostegno degli anziani (di cui 3 milioni per la creazione di 5 poli sociali per ciascuna delle province del Lazio); 1,8 milioni di euro per il potenziamento delle strutture che erogano i servizi di mensa; oltre 1 milione per l’accoglienza notturna e altrettanti per centri diurni e per strutture di accoglienza per genitori separati e per le mamme con figli; circa 500mila euro per il sostegno familiare, i Centri di Ascolto per favorire l’incontro e il contatto fra persone in difficoltà e nuclei di volontari e il reinserimento sociale dei giovani con disagio; 850 mila euro per l’attivazione del Banco Alimentare e dell’Emporio della solidarietà: due azioni finalizzate al recupero di prodotti agroalimentari freschi e invenduti dai mercati ortofrutticoli associazioni non profit, parrocchie, istituzioni pastorali, case famiglia, case di accoglienza per anziani e 500mila euro di quota regionale per il completamento e l’ammodernamento dell’Ostello Stazione Termini della Caritas diocesana di Roma. Infine sono previsti anche 50mila euro per un progetto di assistenza ai bambini malati oncologici e alle loro famiglie.
Le associazioni che hanno lavorato al fianco della Regione Lazio sono: Caritas, Centro Astalli, Centro don Orione, Comunità Sant’Egidio, Fondazione don Luigi di Liegro, Centro Elis, Capodarco onlus, Opera don Calabria, Opera don Guanella, don Bosco, Centro italiano opere femminili salesiane Lazio, Acse Associazione comboniana, Unitalsi, Frati minori onlus, Casa dei Diritti sociali, Acli, Agop onlus, Associazione Salvamamme.