Torino le degenerazioni del razzismo anti-romeno : il caso Munteanu

par Sergio Bagnoli
sabato 11 settembre 2010

Il ragazzo, appena quindicenne e perfettamente integrato, era stato ucciso da due suoi connazionali accecati dalla rabbia perché ce lâaveva fatta.                 

Era stato tragicamente ucciso da due suoi connazionali, uno dei quali appena diciassettenne, il trenta gennaio scorso nei giardinetti di Via Vibò a Torino, quartiere Vittoria. Il quindicenne Giorgio Munteanu, perfettamente integrato in Italia, si trovava a chiacchierare tranquillamente con i suoi amichetti torinesi quando, al culmine di una breve lite sorta per futili motivi, fu freddato da un altro giovane romeno residente a Nichelino con una precisa coltellata alla gola. I suoi assassini, figli di un’onesta badante che ogni giorno si spaccava la schiena nelle case degli italiani per garantire a lei ed ai suoi figli un futuro più prospero in riva al Po, furono arrestati in poco tempo dagli uomini della squadra mobile della questura del capoluogo subalpino. Era da tempo che le forze dell’ordine tenevano d’occhio i due modesti e giovani balordi che terrorizzavano metodicamente i ragazzini italiani che si ritrovavano nei giardinetti di Via Vibò. I due delinquentelli in erba non seppero motivare il perché del drammatico gesto compiuto per portare magari a termine una rapina da pochi euro ma l’ipotesi più accreditata sulle cause dell’omicidio narra di due giovani sbandati che mai si sono integrati nel nostro paese e che provavano una profonda invidia per i loro coetanei italiani tutti griffati o per i loro giovani compaesani che ormai si sentivano più italiani che romeni.
 
Un’invidia ed un odio ciechi che in poco li hanno convinti ad uccidere per un movente tanto banale. Una folla immensa ai funerali di Munteanu: tanti coetanei che amavano questo adolescente arrivato da lontano. Nell’ombra però c’era chi per Munteanu provava un sentimento d’odio e rancore simile e per certi versi opposto a quello provato per lui dai suoi assassini. Altri giovani, forse da poco maggiorenni, erano gelosi del fatto che un romeno potesse integrasi così felicemente con degli italiani. La loro cieca romenofobia li ha spinti a tappezzare l’aiuola in cui il corpo dello sfortunato giovane cadde esanime di manifestini dal chiaro sapore razzista e, francamente, parecchio deliranti e senza troppo senso compiuto. Forse i loro estensori non sono neanche degli appartenenti a qualche gruppo eversivo xenofobo ma dai razzisti veri hanno mutuato pratiche e modi di fare. Su uno di essi è scritto: “Si invitano tutte le etnie del mondo a venirsi ad ammazzare a Torino che noi gli erigiamo mausolei a ricordo“, su altri insulti anti-romeni molto peggiori ed irriferibili. Gli amici di Giorgino li hanno raccolti e consegnati ad una giornalista di Canale 5 al cui telegiornale sono stati mostrati a tutti gli italiani. Questi gaglioffi amano firmarsi “Gli Italianisti” ed ora la Procura ha aperto un’indagine.
 
Il sindaco di Torino Chiamparino parla apertamente di razzismo e di xenofobia diffusa anti-romena, specialmente in questi giorni in cui il dibattito politico e propagandistico delle destre populiste europee, a partire da quelle francesi di Nicolas Sarkozy, a favore dell’espulsione dal territorio dell’Unione europea di rom e romeni potrebbe avere influenzato qualche testa calda o, semplicemente, immatura. La madre del povero Giorgio Munteanu, Elena, è sconvolta ed affranta. Ora torna alla mente un oscuro episodio accaduto qualche mese fa al principale cimitero del capoluogo subalpino: improvvisamente la tomba del quindicenne romeno prese fuoco. Dal furioso incendio si salvò solamente la foto di Giorgino. Le cause di quel rogo rimasero non accertate anche se la madre le attribuì al vento che sparse le scintille scaturite dai lumini e dalle candele che parenti ed amici posero, alla moda romena, sul cenotafio del ragazzo. Oggi alla luce del contenuto razzista dei bigliettini, la signora Elena desidera che sia fatta piena chiarezza anche su quell’episodio.

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