Torino: i rifugiati del Nord-Africa occupano l’ex Villaggio Olimpico

par Giacomo Nigro
martedì 9 aprile 2013

L’Ufficio Vendite del complesso dell’ex Villaggio Olimpico in via Giordano Bruno, a Torino, è diventato la reception di quello che di fatto è diventato il Crp, Centro Rifugiati Piemonte. Un passaparola in tutta la regione sta convincendo decine di disperati a raggiungere zona Lingotto nella speranza di avere un tetto e i comfort essenziali. Sono stati gli autonomi dei centri sociali, Gabrio e Askatasuna, ad organizzare una specie di ufficio accettazione e le assegnazioni degli alloggi ai destinatari. Gli occupanti sono rifugiati con permesso di soggiorno rilasciato per motivi umanitari che andranno ad aggiungersi agli altri 300 inquilini abusivi.

La nuova occupazione è stata tenuta sotto controllo dalla Digos e s’è svolta in un clima tutto sommato pacifico, hanno ora un tetto oltre un centinaio di centroafricani, più una piccola quota di etiopi e di somali.

Ci sono state tensioni tra un gruppo di inquilini e gli autonomi. A qualcuno non vanno bene i nuovi vicini, di abitudini, etnie e religione diverse, più altri dettagli tecnici. Chi vuole la parabola tv, chi denuncia il malfunzionamento degli impianti, o spazi troppi ridotti per ospitare più persone. Pare che le decisioni della “Commissione” avvengano in base a criteri sconosciuti, alcuni tunisini dell’ultima emergenza denunciano di essere stati allontanati in malo modo dai capi del neo Crp e per motivi che loro definiscono oscuri. 

Al momento il comitato solidarietà, costituito anche da insegnanti volontari dell’ASAI, USB, vari esponenti dei circoli Arci come il Bazoora, oltre ai citati centri sociali, ha dovuto spiegare ai profughi che gli alloggi sono tutti occupati e non c’è più posto. 

Il problema dell’abitazione in questo caso è stato affrontato con una “iniziativa privata”, ma è noto che il tema è molto sentito a Torino, e non riguarda solo i rifugiati; c’è la necessità di procurare un’abitazione a chi ha perso improvvisamente il reddito a causa della crisi economica. Occorre quindi intervenire per convincere privati e banche (che tengono sfitti gli alloggi) ad una tassazione progressiva che colpisca di più chi più possiede, o incentivando con un tassazione ridotta, la collocazione sul mercato degli affitti.

Le case ci sono, non occorre costruirne altre continuando a consumare suolo.

Sarebbe il caso di organizzare una specie di "olimpiadi della casa", mettendo sul mercato degli affitti tutte quelle che sono vuote, come lo erano quelle del villaggio olimpico, ora occupate; potrebbero così diminuire le tensioni sociali e magari sanare situazioni al limite della sostenibilità legale, ci vuole sempre buona volontà per risolvere i problemi della convivenza.


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