Torino, Piazza Santa Rita. Uno specchio sui tempi che cambiano

par Matteo Maero
martedì 18 settembre 2012

Nell'itinerario per raggiungere il Politecnico di Torino, mi capita spesso di passare per Piazza Santa Rita, spiazzo stradale che sorge nell'omonimo quartiere Torinese. E di sentirmi, inesorabilmente, un po' più vecchio di quello che in realtà sono. Infatti, la memoria che ho di questo luogo, vero e proprio specchio dei tempi che cambiano, risale ad un tempo in cui ero ancora un infante che amava passare del tempo a zonzo, mano per la mano, con i nonni.

Così, nei miei primi chiari scampoli di memori, trova spazio la grande insegna della Standa (affiancata dal simbolo della Fininvest), la Chiesa di Santa Rita e un negozietto, in un angolo, chiamato Blockbuster. Perciò, ripercorrere quei metri di piazza, è come passeggiare nei ricordi, ormai remoti, dei miei anni spensierati. Tuttavia, la realtà del presente sociale e economico ha dato un severo colpo di spugna al tempo trascorso, cambiando i connotati commerciali alla trafficata piazza torinese: al posto della Standa e della sua grande insegna, troviamo ora l'Oviesse, mentre del Blockbuster non c'è più traccia alcuna, ed al suo posto troviamo un negozio di prodotti per l'igiene.

Ovviamente, c'è da specificare che la catena commerciale Standa sia stata più volte sull'orlo del fallimento e più volte venduta, smembrata e riacquistata, finché, un bel giorno, si è deciso di dismettere il marchio, a favore di altri più "user-friendly" (invito la lettura dell'articolo su Wikipedia per maggiori info).

Piazza Santa Rita

E Blockbuster? Per chi fosse troppo piccolo per aver conosciuto in prima persona questa importante catena commerciale americana, procedo nel fare una piccola presentazione di questo colosso del cosiddetto "renting", il noleggio, di contenuti visivi come film e videogiochi. Blockbuster, fondato nel 1985, ha dato il via allo sdoganarsi dell'intrattenimento, all'On-Demand, all'immediatezza nell'ottenimento di vari contenuti: tuttavia, ad un ragazzo che è nato e cresciuto con un PC sulle ginocchia, può sembrare strano sentir parlare di "immediatezza" riguardo a Blockbuster.

In effetti, scendere la strada, cercare un Blockbuster (o un negozio similare), cercare il film di proprio interesse, fare coda alle casse (e, dunque, pagarlo) e finalmente poterlo vedere sul proprio lettore VHS a 8 testine, è particolarmente più lungo che cercare il titolo del film su Google, trovarlo su un sito di Streaming e, dopo 2 o 3 click, poterlo vedere tranquillamente, senza bisogno di spendere alcun prezzo. Così, se l'espansione del "WWW" ha portato tanti giovamenti in questo senso, al contempo ha decretato la morte, veloce e dolorosissima, della catena di noleggio video che, almeno in Italia, non è più presente. Mentre, negli Stati Uniti, è stata acquistata da Dish Network, "vivendo" come se attaccata ad un respiratore artificiale.

L'innovazione è un meccanismo che lascia inevitabilmente una serie di morti eccellenti sul suo cammino, ed una di queste è proprio Blockbuster, a cui però va riconosciuto l'enorme merito di aver fatto conoscere alle genti la possibilità di poter usufruire di un qualsiasi contenuto in maniera veloce, immediata, senza attese temporali di riproposizioni o ristampe, come una sorta di sito Web di condivisione contenuti ante litteram. E così, la sua morte, non è stata così lacrimata come ci si sarebbe potuto aspettare dieci anni fa. Il progresso, ne val bene una.


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