Toni Servillo inaugura la trentunesima rassegna di prosa invernale a Sassari

par Luigi Coppola
mercoledì 22 dicembre 2010

La Trilogia della villeggiatura di Carlo Goldoni ha inaugurato a Sassari, nella domenica pre natalizia, la trentunesima edizione della rassegna di prosa organizzata dalla Cedac Sardegna. Un brillante esordio da tutto esaurito che ha portato in Sardegna la Compagnia Teatri Uniti e Piccolo Teatro di Milano, diretta dal regista, attore napoletano Toni Servillo.

Il protagonista delle blasonate cine produzioni (Divo e Gomorra su tutte) ha presentato in una sola sera, come già ha fatto in passato Giorgio Strehler, tutte e tre le parti della Trilogia: Le smanie, Le avventure ed il ritorno dalla villeggiatura. Un lavoro che per il suo valore intrinseco e universale ha mietuto successi nelle trecentocinquanta e passa repliche, interpretate in quattro anni, sulle principali ribalte del globo: da Parigi a Madrid, da Istanbul a New York e Mosca. 

La versione messa in scena dal capocomico Servillo riflette una società costellata di figure che interessano e rapiscono il pubblico, divertendolo nella consapevolezza di situazioni e sentimenti, specchio delle umane realtà. L’elogio di una borghesia di cartone, retta sull’accumulo di debiti insolvibili e dalla bramosia godereccia del possedere, magari con il conforto dei buoni sentimenti, stride con il desiderio di etica e moralità che traspira nei personaggi. Divisi rigorosamente in classi sociali convergenti ma non solidali tra loro. Fra questi il privilegio dell’autore nei confronti dei plebei (i servitori Brigida e Paolino), gli unici uniti da amore sincero e condiviso, emerge in modo limpido e piacevole. La stessa protagonista Giacinta (ottima Anna Della Rosa), promessa sposa al bello e scialacquone Leonardo (Andrea Renzi), incarna una sconfitta, tanto drammatica quanto comunemente diffusa. Di contro, l’ozio e il dissacrante mangiare a scrocco, con la cinica scalata alla dote dell’attempata vedova, rende l’appiccicoso Ferdinando (l’impeccabile regista), catalizzatore di simpatie unanimi nel pubblico, nonostante le dichiarate velleità poco nobili. Una comicità autoctona, quella di Toni Servillo che nella recita gestuale e mimica, traccia in un gradevole chiaroscuro, riflessi non lontani dal grande Totò. 

I bellissimi costumi di Ortensia De Francesco con le scene di Carlo Sala, decisive nel distanziare gli opposti stati d’animo fra campagna (vacanza) e città (sacrificio), amplificano il piacere dello spettacolo. Impreziosito dalla bravura di tutti gli attori sul palco. Difficile non ricordarli come facile ipotizzare una futura ripresa di questo eccellente allestimento.

Le ovazioni finali del pubblico obbligano gli artisti alle ripetute uscite sul palco, alla mezzanotte inoltrata: attestano la cifra di un capolavoro.

Nell’anno nero della cultura italiana, caduta nell’onta del primo sciopero generale di settore, la rassegna di prosa sassarese, segna un incoraggiante fremito in controtendenza. Il prossimo appuntamento nel nuovo anno ( 12 e 13 gennaio ) è un affascinante incontro fra tradizioni antiche e contemporanee: Le nozze di sangue di Federico Garcia Lorca nella traduzione di Marcello Fois

Guglielmo & Giacinta.
Saluti.
Ovazione.
La ribalta del Verdi a Sassari.
La platea sassarese.

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