Toh! Le mafie sono anche a Brembate (BG)!?

par Emiliano Di Marco
lunedì 13 dicembre 2010

...quando si accendono i riflettori sulle province del nord si scoprono sempre cose molto interessanti...

Una ragazzina di 13 anni che scompare nel nulla ed un corpicino, che non si trova, dato in pasto ai media in nome di un "diritto di cronaca" che non dice niente, per distrarre, mentre è in corso una delle più delicate crisi istituzionali del nostro paese, almeno da venti anni a questa parte.

Yara Gambirasio non appartiene ad una famiglia (come nel caso di Sarah Scazzi) che nell'arco di una sola generazione è passata dal lavoro della terra all'identità sociale anonima delle provincie del sud, senza lavoro terziario nè fabbriche.

Le tracce della bambina si sono volatilizzate in appena 700 metri di strada a Brembate di Sopra (BG), uno degli anonimi paesini delle cloroformizzate periferie lombarde, tra Monza e Bergamo, tra la palestra di ginnastica dove si allenava, il cantiere di un centro commerciale da 60.000 mq,

e la casa dei suoi genitori. Il padre di Yara, Fulvio Gambirasio, lavora nel settore edile come geometra per la ditta "Gamba Coperture" di Brembate che avrebbe avuto rapporti di lavoro con una ditta impegnata nei lavori del cantiere del centro commerciale, la Lopav Pima Spa, i cui titolari, due fratelli, Patrizio e Massimiliano Locatelli, sono stati arrestati recentemente, su ordine della DDA di Napoli, per presunte attività di riciclaggio dei proventi del traffico di cocaina con la Spagna, che vedevano coinvolto il padre, Pasquale Claudio Locatelli (nella foto a destra), arrestato a Madrid lo scorso maggio dopo 21 anni di latitanza e ritenuto un narcotrafficante internazionale che operava per conto del clan napoletano dei Mazzarella, la cui organizzazione ha basi logistiche nella Costa del Sol.

La Lopav Pima Spa ha partecipato anche ai lavori per la ricostruzione in Abruzzo nella pavimentazione di una parte degli edifici del progetto C.A.S.E. con un appalto da 500.000 euro.

Sarà per questo motivo che a dare sostegno alle ricerche, dopo la spettacolare figuraccia dell'arresto dell'ignaro operaio marocchino Fikri, sono arrivati i rinforzi del ROS (Reparto Operativo Speciale dei Carabinieri) e lo SCO (il Servizio Centrale Operativo della Polizia).

Con lo Sco della Polizia è arrivato a Brembate anche il suo direttore, Gilberto Caldarozzi, uno degli uomini di Stato condannati per i fatti del G8 di Genova, con una grande esperienza nella cattura di latitanti e serial killer, che dal 2006 ha ricevuto una onorificenza per il ruolo svolto nella cattura di Bernardo Provenzano e per l'arresto dei responsabili dell'omicidio di Francesco Fortugno in Calabria. Caldarozzi coordinò anche delle indagini che portarono all'arresto dei responsabili del trafugamento della salma del banchiere Enrico Cuccia nel 2001. 

E' presto per fare qualsiasi tipo di ipotesi (sequestro? ricatto? serial killer organizzato? vicenda familiare? etc.) e c'è solo da sperare che gli investigatori trovino una firma o una traccia all'interno di un quadro fin troppo perfetto per non pensare all'azione premeditata di un gruppo di persone esperto in sequestri. Qualche elemento che definisce lo scenario non potrà che emergere dall'azione investigativa.

I riflettori accesi su questa tranquilla cittadina del nord evidenziano intanto dei particolari da non sottovalutare, e che ci dicono molto della infiltrazione delle mafie nel tessuto sociale ed economico di quella realtà, aspetti che si spera non vengano sottovalutati nelle indagini. Basta anche solo una semplice navigazione tra i coni d'ombra delle notizie per scoprire l'inquietante somiglianza della provincia del nord con quella del sud.

Tra le operazioni antimafia più importanti condotte nel corso del 2010, il 27 aprile per la precisione, su mandato della procura di Caltanissetta, ad esempio, sono state arrestate 14 persone, tra cui esponenti di clan mafiosi siciliani e dipendenti e consulenti della Calcestruzzi Spa di Bergamo (società del gruppo Italcementi). Agli arrestati sono stati contestati i reati di associazione mafiosa, illecita concorrenza, associazione a delinquere e frode in pubbliche forniture, in particolare sulla cattiva qualità delle forniture di calcestruzzo (una truffa classica e ben nota nel sud Italia).

Nel 2007 Aspiag, società che fa capo ad Aspiag Management AG, società con sede in Svizzera, a sua volta controllata da Spar Austria il gruppo ha comprato 62 punti di vendita, situati in Friuli e Venezia Giulia, 51 dei punti vendita sono stati convertiti ad insegna supermercati Despar ed 11 in ipermercati ad insegna Eurospar.

Tutto nella norma se non fosse per il fatto che circa il 10% del capitale della Despar Italia, presieduta dall'imprenditore calabrese Antonino Gatto, coinvolto nell'inchiesta "Why Not" a proposito dei suoi rapporti con Agazio Loiero, per presunti finanziamenti illeciti finalizzati alla creazione d'impresa (L.488/99), era detenuto dal castelvetranese Giuseppe Grigoli, ritenuto il cassiere del superboss latitante di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, attraverso la società Grigoli Distribuzione srl, e la controllata 6 G.D.O. srl, i cui capitali sono stati sequestarti dallo SCO. E' proprio in questi giorni che si attende la sentenza di 1° grado del processo che si sta celebrando al tribunale di Marsala, che vede come imputati proprio Messina Denaro e Grigoli, per il quale sono stati chiesti 15 anni di reclusione dai PM.

Andando avanti nella navigazione scopriamo ancora che anche Brembate, e precisamente Brembate di Sotto, ci riserva qualche sorpresa interessante. Il territorio fu teatro infatti, il 10 luglio del 1992, dell'omicidio di Fedele Cugliari, detto “Lele ‘U Caddhu”, braccio destro del boss Vincenzo Petrolo (a sua volta ucciso con una autobomba) di Sant'Onofrio (provincia di Vibo Valentia), il paese calabrese celebre per la processione dell'Affruntata, durante la quale, secondo il collaboratore di giustizia Rosario Michienzi, si celebrano i riti di affiliazione dei novizi delle 'ndrine locali.

Gli omicidi di Fedele Cugliari, che si era trasferito a Zingonia nel comune di Brembate (BG), e di Vincenzo Petrolo, seguirono la strage del 6 gennaio 1991 di Sant'Onofrio (detta la “strage dell'epifania”, 2 morti e 11 feriti) e misero definitavamente fine alla faida tra i cartelli delle famiglie Petrolo e Cugliari contro i Bonavota, alleate con i De Fina-Arona-Patania di Stefanaconi, uscite vittoriose per il controllo dei tutta l'area della provincia di Vibo Valentia, e per il controllo di una parte dei traffici di cocaina da Gioia Tauro verso il nord Italia.

Tutto questo forse non c'entra niente con il sequestro di una ragazzina di 13 anni... Però è proprio vero, "tutto il mondo è paese"...


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