Thyssen, per il sindacato tedesco l’"internazionalismo" non esiste più
par Paolo Borrello
lunedì 16 maggio 2011
E’ ormai una scelta definitiva. La ThyssenKrupp “scorporerà” la divisione Stainless Global, che raggruppa le produzioni di acciaio inossidabile nell'ambito della quale lo stabilimento di Terni (poco meno di 3.000 occupati complessivamente) ha un ruolo di primo piano.
Il Consiglio di sorveglianza della Thyssenkrupp ha infatti deciso che quelle produzioni non faranno più parte del gruppo. Si tratterà di verificare in futuro se la divisione Stainless Global sarà venduta oppure se saranno portate avanti altre opzioni. Peraltro la decisione della ThyssenKrupp non è giunta inaspettata. Era già stata anticipata esplicitamente da alcune dichiarazioni di dirigenti del gruppo tedesco. Numerose le reazioni preoccupate per le sorti, soprattutto occupazionali, dello stabilimento di Terni da parte di amministratori locali, esponenti politici e rappresentanti dei sindacati. Questi ultimi hanno concentrato la loro attenzione sul comportamento del sindacato tedesco, ritenuto del tutto sbagliato.
La Fiom ad esempio si è detta “sconcertata” dal fatto che il sindacato tedesco Ig Metall, nei giorni scorsi, abbia raggiunto un accordo con ThyssenKrupp senza aver informato e coinvolto il Comitato aziendale europeo, né i sindacati italiani dei metalmeccanici, che avevano chiesto espressamente alla stessa Ig Metall di incontrarsi per discutere prima di qualsiasi decisione. Del resto il Consiglio di fabbrica di ThyssenKrupp aveva dato il via libera al maxi-piano di ristrutturazione del gruppo tedesco. Un via libera fondamentale poiché nel sistema di cogestione tedesco delle società per azioni, decisioni cruciali come licenziamenti, modifiche degli orari di lavoro o riassetti devono passare per il potente Consiglio di fabbrica, l’organo di rappresentanza dei lavoratori. Quindi il sindacato tedesco si è completamente disinteressato degli interessi dei lavoratori di Terni. E le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl e la Rsu di Tk-Ast di Terni hanno affermato unitariamente “E’ inaccettabile che il piano sia stato discusso solo con le organizzazioni sindacali tedesche ignorando il confronto con le parti italiane”'. “Le organizzazioni italiane – hanno aggiunto i sindacati - non intendono delegare la propria rappresentanza e volontà di confronto e trovano particolarmente sgradevole che altri abbiano deciso sulle sorti delle produzioni anche italiane”.