The Corridor, sasso, carta o forbice?
par soloparolesparse
martedì 4 giugno 2013
Di solito dal Canada arrivano cose buone e quindi mi aspettavo qualcosa in più da Evan Kelly. Invece The corridor è un buon horror che prova ad unire sovrannaturale e follia ma senza colpire veramente.
Un gruppo di amici passa un paio di giorni nella baita di montagna (sì, come sempre) per disperdere nella neve le ceneri della madre di uno di loro.
La donna è morta tempo prima in maniera drammatica. Overdose di pillole e aggressione al figlio, che perde la testa ed aggredisce gli amici per essere poi rinchiuso e curare i suoi incubi.
Il nuovo incontro è così anche un modo per seppellire il passato e ricominciare una nuova vita.
Il problema è che lì nel bosco il gruppetto si imbatte in una sorta di corridoio di energia che sembra allungarsi sempre più.
E non solo fisicamente, ma anche nelle loro teste portandoli a conoscere segreti gli uni degli altri e spingendoli davvero alla follia.
La prima mezz’ora del film è tradizionale, con una discreta preparazione degli eventi, un buon racconto di quanto successo, una roba da manuale del cinema senza particolari eccellenze.
Poi arriva il corridoio e si va sul soprannaturale.
E l’amicizia diventa follia, esagerazione, violenza.
Kelly continua a fare un lavoro discreto, crea un po’ di ritmo e suspance.
Mi viene difficile dire che The corridor sia un film brutto perché non c’è nulla di sbagliato e tutto funziona secondo i canoni.
Certo però manca una qualsiasi nota di eccellenza che permetta di ricordare il film oltre la sua visione.
Curiosità: il film è del 2010 ma è arrivato in sala (in Canada naturalmente) solo nel 2012.