Texas, non passa legge contro aborto: tutti in piedi per Wendy!

par UAAR - A ragion veduta
giovedì 27 giugno 2013

Ap­pas­sio­na­ti del­le evi­den­ze, lon­ta­ni dai rac­con­ti mi­to­lo­gi­ci, la gran par­te dei lai­ci è qua­si na­tu­ral­men­te alie­na alla re­to­ri­ca. Ep­pu­re quan­to ac­ca­du­to ieri in Te­xas ha tut­to il sa­po­re del­l’e­po­pea. Ma cer­che­re­mo di rac­con­tar­lo in modo so­brio.

I re­pub­bli­ca­ni del Te­xas, ca­peg­gia­ti dal go­ver­na­to­re Rick Per­ry e dal suo vice Da­vid Dewhur­st, han­no ten­ta­to di far pas­sa­re al Se­na­to del­lo sta­to ame­ri­ca­no una leg­ge for­te­men­te re­strit­ti­va nei con­fron­ti del­l’in­ter­ru­zio­ne di gra­vi­dan­za (Se­na­te Bill 5). Era­no pre­vi­sti il di­vie­to del­l’aborto ol­tre le 20 set­ti­ma­ne, la chiu­su­ra di qua­si tut­te le cli­ni­che (già po­che) dove era con­sen­ti­to l’a­bor­to e al­tre re­stri­zio­ni che avreb­be­ro reso di fat­to im­pos­si­bi­le il di­rit­to al­l’au­to­de­ter­mi­na­zio­ne del­le don­ne. Come la ne­ces­si­tà di una strut­tu­ra do­ta­ta di sale chi­rur­gi­che e il fat­to che i me­di­ci sono abi­li­ta­ti a ese­gui­re abor­ti in un ospe­da­le solo en­tro tren­ta mi­glia.

La leg­ge è sta­ta però ap­pro­va­ta fuo­ri tem­po mas­si­mo, a le­gi­sla­tu­ra or­mai sca­du­ta: dopo la mez­za­not­te del 25 giu­gno. I re­pub­bli­ca­ni han­no ten­ta­to di al­te­ra­re le date per far rien­tra­re l’ap­pro­va­zio­ne en­tro mar­te­dì, come con­te­sta­to dai de­mo­cra­ti­ci. Il me­ri­to di aver im­pe­di­to l’ap­pro­va­zio­ne del­la nor­ma no-choi­ce è del­la for­mi­da­bi­le ope­ra di ostru­zio­ni­smo del­la se­na­tri­ce de­mo­cra­ti­ca Wen­dy Da­vis, che ha par­la­to per die­ci ore, no­no­stan­te le in­ter­ru­zio­ni de­gli an­ti-abor­ti­sti, fa­cen­do slit­ta­re il voto de­fi­ni­ti­vo dopo il 25 giu­gno e in­va­li­dan­do­ne così l’ap­pro­va­zio­ne. Da­vis è in teo­ria il per­fet­to caso da pro­pa­gan­da an­ti-abor­ti­sta: una ra­gaz­za ma­dre che è riu­sci­ta a com­ple­ta­re gli stu­di ad Har­vard. Ma ha scel­to di sta­re dal­la par­te del­le don­ne e dei loro di­rit­ti. La di­scus­sio­ne in aula si è svol­ta men­tre fuo­ri dal Se­na­to cen­ti­na­ia di at­ti­vi­sti per i di­rit­ti ci­vi­li e don­ne pro­te­sta­va­no con­tro la leg­ge. Una mo­bi­li­ta­zio­ne che si è dif­fu­sa an­che sui so­cial net­work, con l’ha­stag #stand­wi­th­wen­dy (“in pie­di con Wen­dy”).

In vari sta­ti de­gli Usa, come Ohio, Kan­sas, Ne­bra­ska, Ar­kan­sas, Nor­th Da­ko­ta, gli in­te­gra­li­sti stan­no ap­pro­van­do una se­rie di nor­me che col­pi­sco­no for­te­men­te l’ac­ces­so al­l’a­bor­to. Spes­so stru­men­ta­liz­zan­do un caso re­cen­te, quel­lo di Ker­mit Go­snell, ar­re­sta­to con l’ac­cu­sa di omi­ci­dio per­ché ef­fet­tua­va abor­ti il­le­ga­li in una ‘cli­ni­ca’ fai-da-te, in con­di­zio­ni igie­ni­co-sa­ni­ta­rie ri­schio­sis­si­me per le don­ne. Igno­ran­do vo­lu­ta­men­te che una pro­po­sta come quel­la te­xa­na, in cui si met­te­va­no di fat­to fuo­ri leg­ge 37 strut­tu­re sul­le 42 esi­sten­ti, avreb­be spin­to an­co­ra più don­ne a ten­ta­re la stra­da de­gli abor­ti clan­de­sti­ni af­fi­dan­do­si a per­so­nag­gi come Go­snell.

La pro­mo­tri­ce te­xa­na del con­te­sta­to bill, Jo­die Lau­ben­berg, si è la­scia­ta scap­pa­re una gaf­fe. Ha mo­ti­va­to la pro­pria op­po­si­zio­ne a emen­da­men­ti sul li­mi­te del­le ven­ti set­ti­ma­ne per stu­pro e in­ce­sto in quan­to, a suo dire, le don­ne pos­so­no uti­liz­za­re i “rape kit” per abor­ti­re. In real­tà que­sti kit ven­go­no usa­ti solo per pre­le­va­re pro­ve bio­lo­gi­che del­l’av­ve­nu­ta vio­len­za, per me­di­ci­na fo­ren­se e con l’in­ter­ven­to di me­di­ci, e so­prat­tut­to non in­ter­rom­po­no una gra­vi­dan­za.

La de­stra cri­stia­na sta­vol­ta è sta­ta scon­fit­ta, i di­rit­ti del­le don­ne sono an­co­ra sal­va­guar­da­ti. Al­me­no in Te­xas. Ep­pu­re ba­sta­va poco, ve­ra­men­te poco per­ché una leg­ge rea­zio­na­ria e li­ber­ti­ci­da fos­se ap­pro­va­ta. Gli elet­to­ri lai­ci, a dif­fe­ren­za di quel­li cle­ri­ca­li, sono so­li­ti ana­liz­za­re vari aspet­ti pri­ma di vo­ta­re. E tut­ta­via sce­glie­re rap­pre­sen­tan­ti lai­ci è sem­pre più im­por­tan­te. Oggi noi pure sia­mo in pie­di per Wen­dy Da­vis. Ma quan­do an­da­te a vo­ta­re, ri­cor­da­te­vi an­che di gen­te come lei.

 


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