Texas, la senatrice Davis parla per 13 ore ma vince: il ddl anti-aborto non passa

par Roberta Cipollaro
mercoledì 26 giugno 2013

La senatrice texana Wendy Davis, democratica di 50 anni, armata di scarpette da ginnastica rosa ha tenuto un discorso lungo 13 ore. Il suo obiettivo era quello di spostare la votazione della proposta di legge proposta dai repubblicani oltre la mezzanotte, termine dopo il quale la seduta sarebbe terminata.

Parlare per 13 ore consecuitve non è certo impresa da tutti, considerando inoltre che, secondo le leggi del Texas, chi parla alla platea deve rimanere obbligatoriamente in piedi e non può appoggiarsi, né allontanarsi per mangiare o andare in bagno. L'impresa ha scatenato anche una campagna di sostegno alla Davis su Twitter, con hashtag come #standwithwendy, con numerosi commenti tra cui anche quello del Presidente Obama:

Something special is happening in Austin tonight: http://t.co/RpbnCbO6zw #StandWithWendy

— Barack Obama (@BarackObama) June 26, 2013

L’oratoria della Davis è stata però interrotta dal vicegovernatore David Dewhurst, che l'ha accusata di andare fuori tema.

Perché tanto clamore? La legge in oggetto, oltre a vietare l'aborto oltre le 20 settimane, stabilisce che l'intervento può essere praticato solo in ospedali muniti di sale chirurgiche e con medici abilitati ad operare in ospedali entro 30 miglia. Ma in Texas, il secondo Stato più popoloso della nazione che conta più di 26 milioni di abitanti, le cliniche dove la pratica dell’aborto avrebbe potuto seguire le linee guida indicate dalla legge sarebbero state solo cinque e concentrate nelle grandi città. Di conseguenza l'accesso alla pratica abortiva sarebbe stata limitata per gran parte delle donne.

Secondo i repubblicani la sessione legislativa sarebbe terminata regolarmente entro la mezzanotte ora locale, con la votazione che vedeva l’approvazione della mozione avanzata dai repubblicani nonostante i tentativi dei democratici per ritardare il voto finale. Ma dopo circa un’ora di scontri e chiarimenti e rivedendo i tabulati della votazione, il presidente della seduta Dewhurst, non ha potuto che dichiarare nullo il voto.

La Davis ha dunque vinto la battaglia ma non la guerra, si rivoterà e la maggioranza sarà ancora repubblicana, ma che quello a cui si è assistito ieri possa essere un monito per le scelte future? Staremo a vedere.

Intanto ciò che è accaduto ieri in Texas creerà indubbiamente un precedente e susciterà non pochi dibattiti, tenendo in considerazione che a breve anche il North Dakota si troverà a votare sullo stesso argomento.

Chissà se le reazioni, anche fuori dall’aula, saranno le stesse alle quali si è assistito ad Austin.


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