Tettamanzi come Di Pietro
par paolodegregorio
mercoledì 20 aprile 2011
“Molti agiscono con ingiustizia, ma non vogliono che la giustizia giudichi le loro azioni”. Parole giuste, pronunciate dal Cardinale Tettamanzi, proprio in quella Milano dove va in scena la protervia del potente, e si vedono manifesti che equiparano i giudici alle brigate rosse.
Il Vaticano dunque, uno dei poteri forti del nostro paese, volta pagina?
Niente di tutto questo. Tettamanzi, volto e corpaccione di parroco di campagna, interpreta il disagio di una parte dei cattolici di fronte ai vizi e allo strapotere del Caimano, ma non fa altro che puntellare la Chiesa di Roma che, invece, tratta con B., lo sostiene, ottiene più soldi per le scuole cattoliche, ottiene dichiarazioni pesantissime come quella contro la scuola pubblica, ottiene impegni contro il testamento biologico e la messa in frigorifero di tutte quelle provvidenze sociali per le coppie di fatto e i gay, ottiene l’appoggio al fenomeno estesissimo dei medici obiettori contro l’aborto.
Da sempre la Chiesa ha appoggiato le destre reali del nostro paese, ma lo fa in modo raffinato, facendo finta di scandalizzarsi quando si esagera, maestra della vecchia DC, che con le sue correnti trattava sia con la destra che con la sinistra, con manovre a tutto campo, da Scelba a Berlinguer, per restare ago della bilancia, immobile al centro, inamovibile.
Tettamanzi critica forse la Curia di Roma chiedendole di togliere ogni appoggio diretto o indiretto a B., in nome dell’etica cattolica e della protezione della credibilità delle istituzioni? Non succederà mai!
Egli, con le sue parole, rende un enorme servizio alla Chiesa, facendola apparire sdegnata per l’impunità del capo del governo, mentre sotto sotto la Curia romana tratta, sostiene e ottiene dallo stesso personaggio.
Probabilmente, con le sue antenne sensibili e diffuse su tutto il territorio nazionale, il Vaticano annusa l’aria e intuisce che l’avventura berlusconiana volge al termine e non vuole farsi trovare troppo appiattito sulla politica del sultano.
Lo capiremo molto presto se prende forma il progetto di terzo polo o grande centro con Montezemolo, si dovranno cercare voti in casa berlusconiana e quindi inizierà una stagione di demolizione della figura del Capo, facilitata dal fatto che l’azione di governo negli ultimi 15 anni ha cambiato solo in peggio la vita degli italiani, con l’aumento di debito pubblico, disoccupazione, precariato.
Il tempo sembra maturo, e siccome i poteri vaticani sono estremamente paraculi, essi saranno i primi a favorire una nuova stagione politica, per starci dentro, a vigilare che tutto cambi affinché nulla cambi.