Terzigno: tra misteri e mezze verità

par RobertaLemma
lunedì 25 ottobre 2010

Terzigno: ci sono due aspetti differenti. La questione umana e quella politica. La prima ridicolizzata e strumentalizzata, la seconda coperta dalla segretezza. Lavoriamo sulla seconda non dimenticandoci mai della prima; ci sono i nostri vicini di casa, i nostri amici, parenti, colleghi, commercianti sotto i colpi dei manganelli. Oltre al dovere e al diritto di cronaca quindi ci preme far luce su alcuni aspetti poco chiari legati a tutta la vicenda – Terzigno -.

Il Parco Nazionale del Vesuvio, posto sotto il vincolo paesaggistico e naturalistico presenta tra i suoi simboli il logo dell'Unesco. Dagli uffici Unesco di Roma e Francia, raggiunti telefonicamente, ci confermano che il Parco non è patrimonio Unesco. Solo Somma Vesuvio e Miglio D'oro sono una riserva biosfera, ma, precisano, il Parco Nazionale del Vesuvio non è patrimonio Unesco. Alla domanda sulla presenza del logo Unesco sul sito ufficiale del Parco Nazionale del Vesuvio rispondono di non saperne nulla e di chiedere delucidazioni al nostro ministro dell'ambiente, al momento non raggiungibile. L'Ente Parco anch'esso raggiunto telefonicamente dichiara di non saperne nulla, un mistero. Ma allora, i fondi stanziati, di chi sono? Con l'Atto di cui riportiamo sotto, l'Ente Parco, dava parere negativo alla discarica:

Atto del PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO RISERVA MAB UNESCO Prot. Gen. n. 8280 del 29/12/2009. L'Ente scrive a: Presidenza del Consiglio dei Ministri Sottosegretario/MISA Comando Logistico Sud

Oggetto: Progetto definitivo discarica in località Pozzelle Cava Vitiello nel Comune di Terzigno. Parere di competenza.

- L’area “Cava Vitiello” identificata nelle Linee di Piano come discarica di RSU ricade:

- nella core area della Riserva MAB – Unesco “Somma, Vesuvio e Miglio d’Oro”;

- in zona soggetta a vincolo idrogeologico di cui al Regio Decreto 3 dicembre 1923, n.3267;

- in zona a Protezione Integrale del Piano territoriale Paesistico dei Comuni Vesuviani di cui al D.M del 4 luglio 2002 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali;

- in zona soggetta a vincolo del Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico ai sensi delle L.267/98 e L. 365/2000 dell’Autorità di Bacino del Sarno;

- in zona soggetta a vincolo del Piano di tutela e risanamento delle acque ai sensi del D.lgs 152/99 ss.mm.ii.;

-Il Decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 “Attuazione della Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti” indica che “Di norma gli impianti di discarica per rifiuti pericolosi e non pericolosi non devono ricadere in:

- aree individuate dagli articoli 2 e 3 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 (i siti della Rete Natura 2000);

- aree naturali protette sottoposte a misure di salvaguardia ai sensi dell’articolo 6, comma 3, della legge 6 dicembre 1991, n. 394 (i Parchi Nazionali).

Gli impianti non vanno ubicati di norma:

- in aree interessate da fenomeni quali faglie attive, aree a rischio sismico di 1ª categoria così come classificate dalla legge 2 febbraio 1974, n. 64, e provvedimenti attuativi, e aree interessate da attività vulcanica, ivi compresi i campi solfatarici, che per frequenza ed intensità potrebbero pregiudicare l’isolamento dei rifiuti";

-Il Decreto Ministeriale 18 settembre 2001 n. 468 “Regolamento recante: Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale” nonché la Legge 31 luglio 2002 n. 179 “Disposizioni in materia ambientale” individuano nove siti da bonificare di interesse nazionale, tra cui quello denominato “Aree del Litorale Vesuviano” che comprende il territorio del Comune di Terzigno.

Lo stesso Decreto affidava al Presidente della Regione Campania Commissario delegato l’individuazione, all’interno del perimetro del S.I.N., delle aree da inserire nello stesso, avvalendosi dell’APAT.

Con nota prot. 4017/CD/AP/U del 15.05.2006 il Commissariato di Governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque nella Regione Campania trasmetteva all’Ente Parco l’elaborato prodotto dall’ARPAC e relativo alla subperimetrazione del S.I.N. “Aree del Litorale Vesuviano”, che comprende al suo interno tutte le aree di cava, ex discariche e siti di stoccaggio provvisorio rientranti nel perimetro del Parco comprese quelle in agro del Comune di Terzigno, oltre ad altri siti oggetto di sversamento abusivo di rifiuti.

Con Decreto Ministeriale 28 novembre 2006 n. 38 pubblicato su Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 24 del 30.01.2007 veniva adottato il Regolamento recante integrazioni al decreto del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio 18 settembre 2001, n. 468, concernente il programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati e venivano stanziati per la bonifica del S.I.N. “Aree del litorale vesuviano” 6.700.000,00 euro.

Secondo le Norme Tecniche di Attuazione, all’interno del Parco non è ammessa la costruzione di nuove strade ad esclusione di quelle che si rendano eventualmente necessarie ai fini della Protezione Civile per l’evacuazione in caso di evento vulcanico (esiste invece una larga strada, terminata da poco che porta i camion alle discariche, con tanto di asfalto ed illuminazione pubblica. Il ponte che collega i comuni vesuviani all'autostrada, strada indicata nel piano di evacuazione della Protezione Civile Nazionale, è chiuso da 14 anni).

Atteso che:

Il D.lgs. n. 123/2008 non deroga la seguente normativa citata

- art. 12 della Legge Quadro sulle aree protette n. 394 del 6 dicembre 1996

- Direttiva 79/409/CEE “Uccelli”

- Direttiva 92/43/CEE “Habitat”

- D.P.R. n. 357 del 8 settembre 1997 come modificato dal D.P.R. n. 120 del 12 marzo

2003

- punto 2.1 dell’Allegato I del Decreto legislativo 13 gennaio 2003 n. 36

- Decreto del Ministero dell’Ambiente 27 dicembre 2004

- Decreto del Ministero dell’Ambiente 17 ottobre 2007

- Legge Regione Campania 7 maggio 1996, n.11 ss.mm.ii.

- Legge Quadro in materia di incendi boschivi del 21 novembre 2000 n. 353

Si riconferma, tra l’altro, quanto già espresso nei pareri resi con nota prot. n. 7970 del 08.10.2009 allegata al verbale di chiusura della Conferenza dei Servizi dell’08.10.2008 e con nota prot. n. 4074 del 01.07.2009 allegata al verbale di chiusura della Conferenza dei Servizi dell’26.06.2009.

Tutto ciò premesso ed esposto, in merito al progetto in oggetto SI ESPRIME PARERE NEGATIVO per le motivazioni analiticamente edotte in premessa e che qui si intendono integralmente riportate.

Nel prossimo Atto il parere tecnico all'Ente Parco in data 30/03/2010 Prot. Int. n. 315 Oggetto: Linee di Piano 2010-2013 per la Gestione dei rifiuti Urbani approvate con deliberazione n. 75 del 05.02.2010 e pubblicate su BURC n. 14 del 15.02.2010. Parere di competenza a cura della Dott.ssa Rossella Barile e Dott.ssa Paola Conti.

Infine si vuol evidenziare anche quanto segue:

-In data 02.05.2003 il SubCommissario per l’Emergenza Rifiuti dispose il conferimento delle balle di C.D.R. presso l’area della ex discarica Sari e presso l’area dell’ex discarica denominata Ammendola e Formisano;

- nel momento stesso dei primi conferimenti delle balle di C.D.R. l’Ente Parco emise Ordinanze sia per il sito di Terzigno (Ordinanza n. 01/R prot. 4562 del 09.05.2007) sia per il sito di Ercolano (Ordinanza n. 02/R prot. 4563 del 09.05.2007) nei confronti del SubCommissario, della FIBE s.r.l. e dei proprietari delle aree, di sospensione ad horas delle attività di stoccaggio delle balle nonché la rimozione dei materiali già stoccati ed il ripristino dello stato dei luoghi nonché ad impugnare presso il TAR Campania le Ordinanze del SubCommissario di Governo;

- contestualmente la Procura della Repubblica di Nola provvide al sequestro del sito di Terzigno determinando la sospensione del conferimento delle dette balle nei due siti individuati da parte della Regione Campania;

-ancora oggi risultano depositati circa duecento balle nel sito di Ercolano (Cava Ammendola Formisano) e circa settecentoquaranta in quello di Terzigno (SARI);

- per lo stoccaggio di tali balle di CDR non fu redatta alcuna forma di valutazione ambientale, ricadendo tra l’altro entrambi i siti in area Sic e ZPS;

- oltre gli impatti ambientali già segnalati nelle ordinanza emesse dall’Ente Parco e derivanti dallo stoccaggio delle balle su suolo nudo ed in assenza di qualsiasi forma di protezione delle componenti ambientali, nelle le Linee di Piano 2010-2013 per la Gestione dei Rifiuti Urbani approvate con Deliberazione n. 75 del 05.02.2010 e pubblicate su BURC n. 14 del 15.02.2010 è ribadita tutta la preoccupazione per il rischio di trascorsi conferimenti illeciti nel flusso “balle di rifiuti”, a partire da contaminazioni radioattive per l’inclusione di scarti isotopici di origine ospedaliera più volte riscontrate;

- nelle Linee Guida sopra citate non vengono indicati tempi e modalità per la redazione del Piano di caratterizzazione definitivo previsto per il S.I.N. “Aree del Litorale vesuviano”;

- nelle stesse non vengono altresì indicati tempi e modalità per l’ottemperanza all’Ordinanza n. 01/R prot. 4562 del 09.05.2007 emessa dall’Ente parco nei confronti del SubCommissario, della FIBE s.r.l. e dei proprietari delle aree relativa alla rimozione dei materiali già stoccati ed il ripristino dello stato dei luoghi nonché l’attivazione dei poteri sostitutivi di cui al titolo V parte Quarta del D.Lgs. 152/06 ss.mm.ii.;

-per quanto sopra riportato appare completamente insoddisfacente il rinvio della risoluzione di questa problematica che comporta oggettivi danni all’ambiente, come evidenziato nello stesso documento regionale.

Questi gli Atti sconcertanti che i vesuviani hanno il diritto di conoscere e sui quali il Governo è chiamato a dare risposte. Risposte si attendono anche da chi, per anni, ha pubblicizzato il Parco Nazionale del Vesuvio come paesaggio posto sotto il vincolo Unesco. Lo stesso sito ufficiale dell'Ente Parco sfoggia nella prima pagina il logo dell'Unesco.


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