Termovalorizzatori, sì o no?

par fulviob55
martedì 1 marzo 2011

La spiegazione che do ogni qualvolta, e succede spesso, qualcuno mi chiede chiarimenti, sull’onda del caso Campania, sui termovalorizzatori che, a differenza degli inceneritori, non effettuano solamente l’incenerimento dei rifiuti, è la seguente:

Il termovalorizzatore è un impianto industriale che incenerisce i rifiuti dei cittadini, rsu (rifiuto solido urbano) e industriali e, sfruttando il calore della combustione presente nei fumi incanalati in una caldaia, trasforma l'acqua contenuta nella stessa in vapore surriscaldato che, inviato a una turbina collegate a un generatore di corrente, produce energia elettrica, parte per autoconsumo e il resto ceduta alla rete ENEL. Il vapore viene poi condensato in acqua e il ciclo ricomincia. In questo modo il consumo d'acqua per il reintregro delle perdite per sfiati o spurghi è minimo. I condensatori raffreddano il vapore usando acqua di fiume, vedi Padova e quasi tutti, o aria, vedi Acerra.

Tutto bene allora? Sì e no. E' indubbio che la soluzione migliore in assoluto sarebbe una raccolta differenziata spinta, impianti di compostaggio, riciclare carta e plastica, il vetro dividendolo in bianco e colorato, recupero dei metalli, maggiormente ferro e alluminio, e così via, ma purtroppo questo, in grande parte dell'Italia, è ancora un'utopia. Ricordando che non tutto si può riciclare, di questa massa di materiale che ne facciamo? 

Restano le discariche e i termovalorizzatori.

Per le prime è sempre più difficile da trovare il posto per nuove, sempre con la fiducia/speranza che vengano realizzate a regola d'arte e seguite giornalmente da addetti al controllo del recupero del percolato, il liquido che si forma con la decomposizione dei rifiuti, da inviare ai depuratori attrezzati, non come in Campania recentemente. Il tutto per evitare di inquinare le falde acquifere e l'ambiente circostante. Restano i termovalorizzatori che, oltre a produrre energia elettrica e, in molti casi, teleriscaldamento, riducono i rifiuti in ceneri che corrispondono, contando anche i reagenti usati per il trattamento di depurazione dei fumi, calce idrata, carboni attivi e bicarbonato di sodio, a circa 1/3 della massa iniziale. In massa e non in volume perché 300 tonnellate di rifiuti corrispondono a circa 30 camion grandi della nettezza urbana, quelli a tre assi che svuotano i cassonetti da soli, ma a 3 bilici di ceneri, oltretutto ceneri più compatte e che perciò, dopo il trattamento di inerzializzazione che subiscono, occupano in discarica 1/10 del volume dei rifiuti dai quali provengono, e così la discarica durerebbe 10 volte di più, e non producono percolato. 

Questo senza fare come in Germania dove le ceneri della combustione, non dei reagenti, dopo il trattamento di inerzializzazione, possono essere usate per fare il fondo delle strade, fondo sopra il quale vengono posti i 10 cm circa di asfalto. In Italia possono invece essere mischiate al cemento.

Questo per quanto riguarda le polveri, per i fumi il discorso cambia. La combustione scinde le molecole che compongono i materiali bruciati nei loro componenti base perciò si ha la formazione di, acido cloridrico, dei vari tipi di ossidi di azoto, di vapore acqueo, di anidride carbonica e di biossido di zolfo. Questi i principali.

Tutti questi inquinanti vengono abbattuti tramite i reagenti prima detti, calce idrata, carboni attivi e bicarbonato di sodio, che vengono nebulizzati dentro ai filtri a maniche, enormi scatole di metallo contenenti centinaia di gabbie sulle quali sono infilate dei cilindri, maniche, di goretex. I reagenti, soffiati divisi, calce e carboni in un filtro e bicarbonato e carboni nel successivo, si attaccano alle maniche e i fumi che provengono dalla camera di combustione, forno, dopo avere attraversato la caldaia, le attraversano provocando l’unione delle molecole degli inquinanti coi reagenti. I fumi escono da un filtro ed entrano nell'altro terminando il processo di depurazione. All'uscita dal secondo filtro vengono ulteriormente riscaldati, tramite uno scambiatore di calore a vapore, ed entrano in un reattore denox dove, tramite una soluzione ammoniacale, vengono abbattuti drasticamente tutti gli ossidi di azoto ed eventuali diossine,(da non dimenticare che anche facendo una grigliata con legna si producono diossine). I fumi poi, raffreddati tramite un altro scambiatore di calore, vengono inviati al camino.

Tutti i processi sono seguiti in continuo da un sisteme di monitoraggio e da operatori patentati che tengono sotto controllo tutti i parametri ed intervengono in caso di anomalie.

Tutti i dati sulle emissioni vengono comunicati in continuo ed in tempo reale all'ARPA, l'agenzia regionale per l'ambiente, che ordina il blocco dell'impianto in qualsiasi momento riscontri che l'impianto ha esaurito la dotazione annua di 60 ore totali di sforamento dei limiti di legge. In poche parole un impianto che nel mese di gennaio funzioni talmente male da bruciarsi tutte le 60 ore concesse deve chiudere tutto e ripartire solo dopo 11 mesi, il gennaio successivo.

I valori limite per le emissioni sono fissati dal D.Lgs. 133/2005, in Mg/NM3 in medie giornaliere e semiorarie, e sono:

Polveri 10 30

COT ( carbonio organico totale)  10 20

HCl ( acido cloridrico )  10  60

HF ( acido fluoridrico ) 1 4

SO2 ( biossido di zolfo ) 50 200 

NOx ( ossidi di azoto )                   200  400 

Queste le medie dell'impianto nell'ultima giornata che ho lavorato:

Polveri 0.7 0.6

COT ( carbonio organico totale) 0.5  0.6

HCl ( acido cloridrico )  0.9 0.4

HF ( acido fluoridrico ) 0.1 0.1

SO2 ( biossido di zolfo ) 0.3 0.3

NOx ( ossidi di azoto)         81.7  73.7

Con questo non voglio dire che dal camino esca aria pura ma che questi impianti, condotti come si deve come nella quasi totalità dei casi, non siano il male assoluto come qualcuno vorrebbe far credere e come la gente, di fronte al silenzio delle istituzioni e dei gestori, viene portata a credere e che, secondo me, e non solo perchè è il mio lavoro, i termovalorizzatori serviranno sempre, in combinazione con le discariche, eliminando i rifiuti che noi tutti produciamo. Perchè dei rifiuti che ce ne facciamo se nessuno vuole discariche e termovalorizzatori? Li mandiamo all'estero, tanto paga lo Stato? Ma lo Stato non siamo noi tutti?


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