Teodoro Claks e la sua grappa genuina
par Ivo Cappelli
mercoledì 21 luglio 2010
Mostra tutto il suo orgoglio Teodoro nell’illustrarci il suo vecchio distillatore in rame esposto in mostra nei giorni scorsi a Cescoka, ridente borgata slovena in fondo a quella stretta valle del fiume Soca (l’Isonzo per intenderci), dove il fiume scorre tortuoso fra strette anse, che sono la gioia degli appassionati di Rafting, quello sport fatto con canoe monoposto o da grossi gommoni dove in gruppo scendono a valle battendo di tanto in tanto contro quei massi, che delimitano le due sponde. Ci troviamo in comune di Bovec in territorio sloveno a circa una trentina di km da Kobarid (Caporetto), dove è stato dismesso il confine con l’Italia...
Ceskoca - E’ in occasione della 25a edizione della sagra degli attrezzi agricoli locali, con tanto di dimostrazione, da parte di quegli anziani che ne fecero lungo uso in gioventù, per ragioni di sopravvivenza, che incontriamo Claks - così viene chiamatro Teodoro; ammassati per terra notiamo cesti di vimini, gerle, attrezzi per il taglio e la raccolta del fieno, quassù molto prezioso per alimentare mucche durante i lunghi inverni.
Un’orchestrina suona in continuazione sul palco la tipica polca slovena, mentre seduti ai lunghi tavoli posti sul prato, la gente mangia patate lesse o fritte quale contorno ai cevapcici, il tipico piatto slavo, fatto di involtini di carne di manzo e maiale amalgamati e cotti arrosto, serviti con cipolla dolce e salsa piccante, il tutto annaffiato da grandi boccali di birra Union. E’ proprio durante una pausa della cena che incontro Claks. Sono in compagnia dall’ex sindaco di Bovec, amico da vecchia data, che ora gestisce nella cittadina sotto il monte Canin un bel campeggio, dove gli stessi clienti fan ritorno ogni estate, con tende, camper e qualche roulotte. Un campeggio ben tenuto, pulito ed ordinato. Per prima cosa Teodoro vuol farci assaggiare il suo distillato di vinacce "e non di mele" come tiene a sottolineare, "in quanto la mela per quel trattamento chimico che subisce lungo la sua crescita, lo trascina fino alla distillazione, perdendo quella caratteristica biologica".
Il segreto della sua grappa, ci spiega ancora Claks, "sta in due elementi che ho tramandato con cura dall’insegnamento di mio nonno: il primo è quello di battere su un grosso mortaio in legno i vinaccioli dell’uva, ripassandoli più volte, poi inizio a distillare il tutto attorno alle tre di notte, in una stanza buia, illuminata soltanto dal chiarore che producono le fiamme alla base del vecchio distillatore di produzione ungherese e datato 1809. Teodoro ha compiuto da poco gli 81 anni ma ne dimostra molti di meno, nonostante il duro lavoro trascorso nei campi, nei boschi a tagliare tronchi di abeti e soprattutto durante l’ultimo conflitto mondiale, dove ha servito prima gli asburgici, poi il regno d’Italia, dove fu fatto prigioniero in Albania, e successivamente liberato dalle truppe partigiane del maresciallo Tito.
Alla domanda se si sente più italiano o sloveno Claks risponde in modo semplice, ma intuitivo: "per chi ha sempre lavorato sodo come me, non sta a notare i cambiamenti politici che si sono susseguiti nell’ultima metà del secolo scorso, io ho sempre rispettato tutti e da questi sono stato contraccambiato".
Parole sagge quelle dell’anziano Teodoro, che vuole immortalare con un altro brindisi fatto della sua grappa, una grappa veramente da primato!