Tempo perso: sul confronto Renzi-Grillo

par Fabio Della Pergola
giovedì 20 febbraio 2014

Dedicare un minuto - uno - a guardare lo streaming della sveltina fra Grillo e Renzi è tempo tolto a occupazioni più serie.

Tipo guardare Castle in tv ad esempio; o giocare con la playstation. O magari fare le parole crociate che qualcosa si impara sempre.

L'ignobile pantomima dello streaming è servita solo - oltre che a perdere quell’unico prezioso minuto della vita - a vedere i due noti narcisi confrontarsi per comunicare il nulla e il vuoto assoluto in cui la politica italiana agonizza da tempo.

Il nulla del premier incaricato - il chierichetto bugiardo - che cerca di ammansire l’ormai unica opposizione rimasta e il vuoto del capobastone - il nostalgico delle dittature "pacate" - dell’unica opposizione rimasta sparare le sue provocazioni a raffica, dovendo essere lì per mandato dei suoi supporters, ma senza averne la benché minima voglia (politica) di esserci.

Noi vittime, prive di un governo credibile, affidabile e serio - e prive nello stesso momento anche di un’opposizione credibile, affidabile e seria - costretti a scegliere tra il nulla e il vuoto.

Oppure “altro” che non sia la politica: una serie tv, le parole crociate, la playstation... in attesa che questo paese si decida a crescere, a maturare qualcosa di "pensante". Parola che sembra aver perso ogni significato. Come "progettante" o "costruente" ad esempio.

L'entusiasmo al contrario va per i decostruttori - Berlusconi, Bossi, Renzi, Grillo - i rottamatori, gli sfascisti, i catastrofisti. Tutti votati con la scusa che tanto alla catastrofe già ci siamo. E nel mentre la determinano, la amplificano, la rendono irreversibile.

Gli insopportabili pagliacci che si susseguono da tempo ormai immemorabile sul palcoscenico, battendo ognuno sulla sua grancassa e strillando a più non posso, hanno reso l’aria irrespirabile e il frastuono insopportabile. C’è un paese da ricostruire, un paese in macerie grazie al decennio o ventennio berlusconiano e qui si gioca a chi ce l’ha più lungo per la gioia degli inutili supporters (o utili idioti, scegliete voi) che gioiscono e squittiscono, dall’una e dall’altra parte.

Gli altri, tutti gli altri, stanno a guardare. E nel frattempo, potete starne certi, li stramaledicono.

 

Foto: Karen/Flickr


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