Telemarketing: chi si oppone è registrato...

par Emilia Urso Anfuso
venerdì 4 febbraio 2011

Il Telemarketing è una parola entrata a pieno titolo nel nostro vocabolario. Una pratica talmente diffusa da inserirsi in pianta stabile nel tessuto di quelle trame che divengono parte integrante di un Sistema. Il Telemarketing, è quella metodica di mercato che punta a selezionare nuova clientela attraverso l’uso del telefono. In pratica, esistono liste di nominativi comprensive di preziosissimi numeri telefonici – fissi e mobili - che vengono utilizzate da aziende produttrici, agenzie di servizi e – sempre più spesso – agenzie che, come servizio, vendono all'azienda di turno la mole voluttuosa di telefonate a potenziali ed ignari clienti.

Tutto ciò, ha il gusto amaro di una violazione della Privacy che fino ad ora non ha incontrato ostacoli. Ogni Italiani presente sul territorio, prima o poi è stato protagonista o vittima di telefonate che a volte hanno del persecutorio. Si va dal tentativo di vendita di “Vini di alta qualità” al tentativo di mollare l’ultima promozione del gestore telefonico del momento.

Tutto questo fino ad ora non aveva trovato alcun tipo di regolamentazione atta a proteggere milioni di cittadini costretti a perdere minuti di tempo solo nel tentativo di spiegare all’operatore dall’altra parte della linea telefonica, che non si è assolutamente interessati alla mirabolante offerta proposta.

Ma ecco spuntare all’orizzone la “svolta”. Una svolta che però – a mio avviso – va valutata e molto attentamente. E’ attivo da ieri – 1° Febbraio – il “registro pubblico delle opposizioni”. Un registro che, nelle spiegazioni date sommariamente agli Italiani, dovrebbe fungere da riparo da quella rete di telefonate al limite della vessazione di cui si parlava prima. In pratica: i cittadini che non intendono ricevere sul proprio numero telefonico telefonate atte solo a proporre l’acquisto di prodotti e servizi, possono iscriversi a questo registro, depositando il proprio numero telefonico e dichiarando così l’indisponibilità ad essere contattato.

Suona però un po' strano. Nel senso che, invece di attivare una normativa che preveda una metodica maggiormente cautelativa della Privacy del singolo, ecco che si chiede ai cittadini dissidenti di dichiarare la propria opposizione ad un Mercato asfissiante, depositando addirittura i propri dati sensibili. In qualche modo accade questo: coloro che non aderiscono ad un modello fin qui addirittura imposto, devono venire allo scoperto e dichiararsi pubblicamente.

Oltretutto, come si può aver certezza che questo succulento registro non verrà mai utilizzato per altri scopi? Da un registro del genere infatti, si possono evincere dati importantissimi, ad esempio per calcolare le percentuali di cittadini pensanti ed in grado di valutare autonomamente una scelta che deriva dall’adesione o meno ai diktat imposti da un Sistema sempre più imperniato sul... Marketing.

Credo che, prima di correre alla registrazione, sia bene valutare perché stiamo depositando una parte della nostra esistenza ad un registro ambiguo e da doppia lettura. Tutto sommato, ad una proposta di acquisto di beni o servizi, possiamo sempre dire un secco No. Tanto, in ogni caso, la nostra Privacy è già stata violata quel lontano giorno in cui qualcuno ha deciso per noi che altri potessero accedere tranquillamente a liste di numerazioni telefoniche senza che nessuno gridasse – in tempo utile – allo scandalo.

Certe soluzioni a volte, possono essere peggiori del problema.


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