Tekken: Blood Vengeance e il delirio di onnipotenza
par Angelo Cerciello
mercoledì 10 settembre 2014
La storia raccontata nel film vede contrapposte la Mishima Zaibatsu di Jin Kazama e Nina Williams contro la G Corporation di Anna (sorella di Nina) e Kazuya Mishima. Anna incarica Ling Xiaoyu di rintracciare Shin: allo stesso tempo Jin incarica dello stesso compito il robot Alisa.
Più in avanti nel film si scopre che Shin è stato sottoposto a degli esperimenti genetici allo scopo di creare la “cellula M”, in grado di rendere l’individuo immortale. Il film verso la fine vede lo scontro tra Heiachi, Jin e Kazuya e gli ultimi due assumono le forme di demoni terrificanti: lo scontro vede la vittoria di Jin che attua prima una trasformazione in demone e poi una trasformazione in demone-angelo.
Il film ha tutte le caratteristiche del combat-movie e naturalmente è in linea con tanti altri film tratti da videogame di successo come Resident Evil o Street Fighter.
Il film parla anche di un tema molto attuale, la manipolazione genetica ed è proprio grazie a questa che sia Jin che Kazuya si possono trasformare in esseri orripilanti.
I personaggi di Tekken (film e videogame) sono individui capaci di abilità straordinarie o addirittura individui capaci di trasformarsi o ancora robot dalle sembianze umane. I personaggi di Tekken rappresentano la metafora del contemporaneo delirio di onnipotenza presente nella società contemporanea e alimentato da film, videogiochi, fumetti e dalla società dell’immagine, che propone icone pop, divi da adorare, supereroi, sottoculture etc.
I personaggi della fortunata saga di Tekken da tempo sono delle icone per tanti ragazzi e tante persone che giocano col famoso videogame e che forse hanno visto anche uno dei film tratti dal videogame omonimo. Queste icone pop superano i limiti umani e ai nostri occhi sono belli, affascinanti, irraggiungibili, insomma dei sogni a cui aspirare nella normale routine quotidiana, deliri di onnipotenza strumentalizzati e commercializzati dalla società contemporanea.